5.2.17 Terra di rosa – u cantu ca vi cuntu

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TERRA DI ROSA – u cantu ca vi cuntu –
di e con Tiziana Francesca Vaccaro

Casa delle Arti – Spazio Alda Merini – Via Magolfa, 32 – Milano
domenica 5 febbraio 2017 – ore 18.00

Rosa che cantava la terra. Rosa che suo padre le diceva sempre: «i fimmini non cantunu, cantunu sulu i buttani!» Rosa che la sua terra, un giorno, l’ha dovuta lasciare. Rosa tradita, da quella stessa terra. Rosa tra fame e violenza. Rosa tra dolori e abusi. Rosa disperata. Rosa grido di speranza. Rosa di ieri. Rosa di oggi.
Per ricordare Rosa Balistreri, il coraggio, l’orgoglio, la forza di una siciliana che con la sua voce ha denunciato e osannato, odiato e amato la terra di Sicilia. Per scoprire che siamo tutti un po’ Rosa. Siamo tutti un po’ terra.

Lo spettacolo nasce dall’incontro con la Cantatrice del Sud, Rosa Balistreri, e la sua storia. Figura decisiva del folk siciliano degli anni ’70, Rosa è tra i grandi protagonisti della riscoperta della canzone popolare che, gazie a lei, è tuttora apprezzata in tutto il mondo. Povera e orgogliosa, varcò i confini in cerca di fortuna, imparò a prendere una chitarra in mano e a gridare in faccia a tutti quello che pensava. Cantava, e il marito la picchiava e gli uomini abusavano di lei. Cantava e cresceva Rosa, nella sua Licata mafiosa e fascista.
Cantava di liberazione e rivoluzione, e il suo canto risuonava per tutta la Sicilia, come un urlo. Urlo come racconto, memoria, strumento che disvela ciò che si cela dietro le consuetudini, le violenze quotidiane, la società sorda. Una vita sempre in prima linea, senza cedere mai, scontrandosi e pagando di persona, il suo tempo e le sue regole, ma credendo fermamente nell’amore, crudele ma indispensabile, motore di una vita.
Nata il 21 a primavera, come Alda Merini. Non è un caso. Come Alda, era capace di segnare una differenza, una unicità di sguardo per indagare nelle pieghe della vita e raccontarle, in profondità.

Maggiori informazioni: http://terradirosa.it/

Genere: teatro
Durata: 90 minuti
Ingresso € 10,00 – sconto 20% per i soci.


Tiziana Francesca Vaccaro
nasce a Catania nel 1984. A 17 anni inizia a muovere i primi passi in teatro e poco tempo dopo viene ammessa all’Accademia d’Arte Drammatica “Umberto Spadaro” del Teatro Stabile di Catania diretta da Lamberto Puggelli in cui si diploma come attrice professionista nel 2008.

Dopo i primi lavori in diversi teatri della Sicilia, si trasferisce a Milano.

In costante formazione e trasformazione e, spinta dal desiderio di unire le sue due grandi passioni, il teatro e il sociale, nel 2014 consegue il Master di Teatro Sociale e di Comunità presso l’Università di Torino e al momento collabora con alcuni docenti e colleghi a diversi progetti nell’ambito di teatro e promozione della salute e in diverse comunità di Milano e Torino (bambini, adolescenti, disabili, ecc.). In ambito drammaturgico scrive due testi legati ai temi dell’emigrazione e, più in generale, del viaggio. In veste di attrice e conduttrice di laboratori, collabora in équipe al progetto Teatro degli Incontri diretto da Gigi Gherzi, laboratorio d’intervento sociale e di spettacolo all’interno della zona di Via Padova di Milano, creato dalla necessità di partire dal rapporto tra migranti e abitanti italiani della città.

Lavora inoltre con la compagnia Qui e Ora Residenza Teatrale, attiva sul territorio della bergamasca, come attrice e social media manager. Collabora infine con la compagnia teatrale siciliana Sciara Progetti nella costruzione di laboratori teatrali e spettacoli nelle scuole e più in generale di progetti artistici a Fiorenzuola, sede della compagnia, a Milano e su tutto il territorio nazionale.

Nel Luglio 2011, nell’ambito del concorso “Teatri Riflessi III – Festival di corti teatrali” di Catania, vince come autrice il premio miglior drammaturgia per la sezione scritture originali a tema “Cibo” per il corto Agnus Day. Motivazione: “per come l’autrice ha saputo riflettere sul tema cibo nel nostro tempo utilizzando le corde dell’ironia e della fantasia attraverso una scrittura consapevole della propria costruzione…”. Lo stesso testo è stato finalista nel 2012 al concorso di drammaturgia “Oltre parola” di Milano.

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