16/11/25 BCM25 – “Memorie dal Gulag” con Barbara Grzywacz

 

Nell’ambito di Bookcity Milano 2025

domenica 16 novembre 2025 – ore 18:00

Spazio SEICENTRO – Via Savona 99 – MILANO

“Memorie dal Gulag”

presentazione del libro di Anna Szyszko-Grzywacz

dal titolo “La mia vita nel Gulag -Memorie da Vorkuta 1945-1956

( Guerini e associati)

Interventi di  BARBARA GRZYWACZ, LUCA BERNARDINI, DANIELA GILARDONI

 

Una testimonianza al femminile sull’universo del Gulag e sugli orrori del totalitarismo sovietico.

 

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16/11/25 BCM25 – “Una viaggiatrice clandestina nel 1817” con Federico Motta

Nell’ambito di Bookcity Milano 2025

domenica 16 novembre 2025 – ore 16.30

Spazio SEICENTRO – Via Savona 99 – MILANO

“Una viaggiatrice clandestina nel 1817”

presentazione del libro di FEDERICO MOTTA

dal titolo “Rose de Freycinet – Una viaggiatrice clandestina a bordo dell’Uranie negli anni 1817-20

( edizioni Il Frangente)

In dialogo con l’autore: Alberto Ricci e Daniela Gilardoni

 

Descrizione: 17 settembre 1817: Rose de Freycinet, una dama della buona società francese, ha l’ardire di tagliarsi i capelli e di travestirsi da uomo per imbarcarsi nottetempo come clandestina a bordo della corvetta militare Uranie, al seguito del marito Louis, comandante della prima spedizione scientifica nel periodo della Restaurazione.

 

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16/11/25 BCM25 “Una storia della musica, dal jazz al rock, per immagini” con Renzo Chiesa

 

Nell’ambito di Bookcity Milano 2025

domenica 16 novembre 2025 – ore 15.00

Spazio SEICENTRO – Via Savona 99 – MILANO

“Una storia della musica, dal jazz al rock, per immagini”

presentazione del libro di RENZO CHIESA

dal titolo “Cinquanta. 50 anni di ritratti della mia musica

(Volo libero edizioni)

In dialogo con l’autore: Daniela Gilardoni

 

Aneddoti e storie di duecento artisti che spaziano nei vari generi musicali, jazz, rock, blues e canzone d’autore.

 

 

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15/11/25 BCM25 – “Nell’era della snaturalità” con Annachiara Marangoni

 

Nell’ambito di Bookcity Milano 2025

sabato 15 novembre 2025 – ore 18.00

Spazio SEICENTRO – Via Savona 99 – MILANO

“Nell’era della snaturalità”

presentazione del libro di poesie di MARIACHIARA MARANGONI

nel canone del Realismo Terminale

dal titolo “Sbiancante”

(La Vita Felice)

In dialogo con l’autrice:  Guido Oldani (fondatore del realismo Terminale) e  Diana Battaggia

 

scheda volume https://www.lavitafelice.it/scheda-libro/annachiara-marangoni/sbiancante-9788893468923-618972.html

Dopo qualche volteggio intorno al campo di atterraggio del Realismo Terminale, Marangoni vi approda nella ricorrenza di Bookcity del 2019, l’inizio del mutamento radicale della storia del pianeta. Ha avuto così modo di sperimentare appieno il progredire della natura nel tempo della sua propria artificialità. Come chi, vivendo in una zona boscosa, assiste alla sua trasformazione in un immenso mobilificio che la denaturalizza. Proprio così, il pianeta sta diventando un mappamondo di cartapesta. Marangoni contribuisce alle nostre ricerche apportando la sua esperienza e provenienza. Essendo veneta, dispone di un dialetto ricchissimo di vocali. Queste vocali sono un po’ come le luci o i colori vibranti praticati dagli impressionisti e poi dai macchiaioli.
Eccola allora dare luogo a una scrittura che sale progressivamente come i tornanti di una strada di montagna: rettilinei, curve a gomito, e ancora a rettilinei e così via fino all’approdo.
Insomma è questa una lente di ingrandimento per cogliere la nostra era della snaturalità, in cui gli oggetti diventano le lettere dell’alfabeto per descrivere quello che ci sta accadendo intorno e dentro di noi.

dalla prefazione di Guido Oldani

 

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Annachiara Marangoni, veronese, di formazione socio sanitaria ed umanistico-pedagogica, dirige in Trentino una struttura riabilitativa per giovani con autismo.

Fa parte del movimento poetico del Realismo Terminale fondato dal poeta Guido Oldani.

Pubblicazioni personali e antologie:
Nerooro (Montedit, 2013); Il corpo folle (Montedit, 2019); Chalet (Pulcinoelefante, 2024); Enciclopedia dei poeti contemporanei (Aletti, 2021); Nascondere Nagasaki (Mursia, 2021); Il gommone forato (Puntoacapo, 2022); Inter amicos (Debrota, PL, 2023); Panta rei (2025, a cura di Izabella Teresa Kostka); Il buio della ragione, (2024, a cura di Vito Davoli e Marco Cinque).
Suoi testi e articoli sono pubblicati in diverse riviste – Atelier, Amicando semper, La terrazza, Noria, L’ombra delle parole, Pubblicazioni letterariae, Bezkres. La Calce e il Dado. Nel 2024, per la rivista La Nuova Euterpe, ha pubblicato un’intervista al poeta Guido Oldani.

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15/11/25 BCM25 – “Ore d’ombra e improvvise allegrie” con Giuseppina Di Leo

 

Nell’ambito di Bookcity Milano 2025

sabato 15 novembre 2025 – ore 16.30

Spazio SEICENTRO – Via Savona 99 – MILANO

“Ore d’ombra e improvvise allegrie”

presentazione del libro di poesie di GIUSEPPINA DI LEO

dal titolo “Nessuna alba finge”

(La Vita Felice)

In dialogo con l’autrice:  Diana Battaggia

 

scheda volume: https://www.lavitafelice.it/scheda-libro/giuseppina-di-leo/nessuna-alba-finge-9788893468947-618970.html

Un senso di desiderio intenso e profondo connota i versi di Giuseppina Di Leo in Nessuna alba finge. Desiderio di amore, ansia di vita a fronte del tempo scialbo della stasi, speranza – forse illusione – che l’uomo riscopra i segnacoli di un perduto senso di umanità, tornando quasi a una primigenia sintonica modalità di sentire il cosmo.
Si tratta di una silloge interessante, dalla matrice dotta. Una meditazione pacata, ma non per questo meno intensa, ci conduce tra «ore d’ombra» e improvvise allegrie, nella consapevolezza che, se il ritmo tenebra/luce è connaturato all’esistere stesso, «nessuna alba finge», soprattutto se in qualche modo ci si sa abbandonare al suo ritmo dolce-amaro, schiudendo il corpo senziente alle sue offerte. Alle occasioni.

dalla prefazione di Gianni Antonio Palumbo

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Giuseppina Di Leo. Laureata in Lettere Moderne, frutto della tesi di laurea è la pubblicazione bio-bibliografica Pompeo Sarnelli (1649-1730): tra edificazione religiosa e letteratura (2007).
Ha pubblicato i seguenti libri di poesie: Dialogo a più voci (LibroitalianoWorld, 2009); Slowfeet. Percorsi dell’anima (Gelsorosso, 2010); Con l’inchiostro rosso (Sentieri Meridiani Edizioni, 2012); la plaquette Il muro invisibile (LucaniArt, 2012); Navigo nelle parole (Libreria Editrice Urso, 2018). Poesie, racconti e varie recensioni sono ospitati su numerose riviste e antologie, su blog e siti dedicati alla poesia.
Tra gli scritti, ricordiamo il saggio dedicato al poeta dialettale santarcangiolese Nino Pedretti, dal titolo: Di voce in voce: la musa dialettale di Nino Pedretti, apparso nel num. 20 del 2009 della rivista «Incroci. Semestrale di letteratura e altre scritture», diretta da Raffaele Nigro e Lino Angiuli.
Lo stesso saggio, ma riveduto e ampliato, nel 2012 è stato poi pubblicato in Voci dal Novecento – vol. 3, a cura di Ivan Pozzoni (Editore Limina Mentis, MB).
Alcune poesie sono state musicate dal M° Giovanni Castro per la rassegna “Notti Sacre”, Bari, settembre 2015.
In qualità di artista, ha partecipato a collettive di pittura.

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15/11/25 BCM25 – “La vita in un battito d’ali e poi?” con Roberto Veracini

Nell’ambito di Bookcity Milano 2025

sabato 15 novembre 2025 – ore 15.00

Spazio SEICENTRO – Via Savona 99 – MILANO

“La vita in un battito d’ali e poi?”

presentazione del libro di poesie di ROBERTO VERACINI

dal titolo “Ma d’ogni cosa resta un poco”

(La Vita Felice)

In dialogo con l’autore: Massimo Daviddi e Diana Battaggia

 

scheda volume: https://www.lavitafelice.it/scheda-libro/roberto-veracini/ma-dogni-cosa-resta-un-poco-9788893468725-618953.html

Questo libro dà conto di un doppio smarrimento: quello del senso della società umana, del mondo in cui ci troviamo a vivere e della Storia e quello più strettamente individuale del senso della propria vita. Lo si può vedere come un lungo e sofferto cammino di elaborazione in vista di un superamento e di ricerca di una possibile risposta.
Roberto Veracini dice che si tratta del suo libro “più intimo e più politico”. In effetti in esso coesistono, o meglio quasi vi si contrappongono, un aspetto intimistico che ripercorre la vita dell’Autore, partendo dalle figure dei genitori e risalendo attraverso l’infanzia, il ragazzino che è stato, e poi attraverso l’adolescenza su su fino al fiorire della giovinezza, alla sua ricchezza di fermenti, di speranze, di gioiose aspettative e succhi e germogli, e un aspetto in senso lato “politico” che diventa grido di dolore e di denuncia.
In questo cammino, il poeta dunque, al di là dell’omologazione e dell’appiattimento, dello straniamento che oggi soffocandoci sembra voler annientare tutti quei valori che sono tuttavia tuttora profondamente radicati nel profondo della nostra umanità, cerca di recuperare una qualità si spera indistruttibile della Persona tentando una ricostruzione del Senso a partire dalle radici.
E dando così voce a un bisogno, oggi, di tutti noi.

dalla prefazione di Donatella Bisutti

La raccolta per la sua struttura, le sei sezioni, la cura quasi didascalica dei titoli delle liriche e delle dediche, ricorda una galleria espositiva, un album della memoria, un tenero cammino sulle fertili erbe del ricordo, anzi dei ricordi luminosi. Una strada solo apparentemente lineare, un lungo colloquio con le Ombre che implica un inabissamento nella storia della sua sensibilità di poeta, nel suo vivere sempre con passione. Il denominatore comune di tutto il cammino è comunque l’amore, la vicinanza, la volontà di raffinarsi e di esercitare il mistero della comprensione e della compassione, la convinzione che, appunto, di «ogni cosa resti un poco» e che ogni vita è sempre il risultato degli incontri, intellettuali, personali, collettivi, che fanno di noi quello che siamo riusciti a diventare.
Una raccolta questa che io definirei transfigurativa, ricca di improvvise manifestazioni epifaniche.
Confesso che le brevi strofe della raccolta, composte da piccoli versi “solitari” che proiettano ombre che sembrano tremare nella brevità invernale del crepuscolo, così eleganti e levigate, mi hanno fatto pensare a un mosaico di occasioni emotive, a echi lunghissimi che parlano di una umanità solo apparentemente umiliata perché dotata di una tenace, indomita volontà di resistere, di difendere la nostra unicità di creature che non si addormentano proprio per non “generare mostri”.

dalla postfazione di Daniele Luti

Se d’ogni cosa resta un poco

Sarà stato un sogno? Soltanto un sogno? Tutto questo rumore intorno, questo agitarsi e morire, le emozioni di un attimo, le brevi rivelazioni dell’anima, i volti, gli sguardi, la luce dentro, le cose apparse e perdute… Soltanto un sogno, dunque? Se d’ogni cosa resta un poco, che resterà di questa corsa negli anni, la vita in un battito d’ali, un soffio nel tempo, così, un sospiro nell’universo e poi più niente? Oppure

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Roberto Veracini è nato a Volterra, dove vive.

Ha pubblicato sei raccolte di poesie:
La ragazza in bianco (1985);
Stazioni, attese (1990);
Epifanie dell’angelo (2001), tradotta in francese da Bernard Vanel nel 2006 con il titolo Epiphanies de l’ange;
Da un altro mondo (2011);
Via de’ laberinti (2016);
Esercizi di distanza (2021)
e una guida poetica di Volterra, insieme al pittore Stefano Tonelli, Come una guida dell’anima (1992).
Nel 2010 è stato inserito nell’antologia francese Les Poètes de la Meditérranée.
Nel 2016, insieme a S. Guichard, F. Parrini e B. Vanel, ha pubblicato in Francia Figurines.
Ha partecipato a numerose letture pubbliche di poesia e collaborato con musicisti e artisti in varie manifestazioni nazionali e internazionali.
Nel 1993 è stato uno dei fondatori della rivista fiorentina «Pioggia obliqua».
Nel 1999 è stato uno dei promotori del Premio letterario “Ultima frontiera” (dedicato a Carlo Cassola).

 

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