21 9 19 Giornata mondiale dell’Alzheimer, spettacolo «Non ricordo» di Variamente Teatro Mailò

In occasione della Giornata mondiale per il malato di Alzheimer

21 settembre 2019 – ore 20.30

NON RICORDO

Performance teatrale di Variamente Teatro Mailò; drammaturgia: Antonella Marrone; regia: Maria Cutugno

Info e prenotazioni: 349 7024754 – Prenotazione consigliata

Contributo all’ingresso: euro 10,00.

***

Cosa faresti se.. ?

Se Lui non sapesse piú chi sei, se Lui non riconoscesse piú il tuo profumo e soprattutto… chi l’ha fatto il caffè?

Questo progetto è una passeggiata nella mente di un uomo che non sa piú.

Un duro lavoro di memoria emotiva caratterizza il percorso e il processo creativo di questo progetto teatrale.

Da una drammaturgia di Antonella Marrone, intensa e che spazia dal tragicomico al dramma, a una regia dura ma poetica di Maria Cutugno, il lavoro si svolge a doppio filo su una matassa che solo alla fine svela… chi ha fatto il caffè?

Sinossi

Lorenzo è un uomo con la voglia di scherzare alla vita, nel pieno della sua maturità, pieno di fantasia e che a volte sente una voce.

Lorenzo si stupisce, vorrebbe allontanare dalla sua mente il sospetto che quella voce sia il preludio a qualcosa di grave e che teme anche di nominare.

Chiara, la sua compagna, e la giovane figlia Sofia lo accompagnano nel quotidiano fluire verso una malattia subdola e che, dopo essere stata diagnosticata, non lascia scampo alle illusioni perché non esiste nessuna cura.

Lorenzo si preparerà agli inconsapevoli deliri, alle voci fantasma, alle notti insonni e alla perdita di ciò che tutto per lui è quotidiano.

La colpa di tutto ciò ha un nome: Alzheimer.

Note di regia di Maria Cutugno:

Ad una prima lettura della drammaturgia di “Non ricordo” non ho colto la drammatica verità di ciò che il testo mi suggeriva.

Indugiavo nel comprendere se dovessi approcciarmi al duro lavoro della visione scenica pensando di restituire a tutto il progetto una visione comica, drammatica oppure tragica.

Tuttavia, sentivo la necessità di raccontare la storia di Lorenzo e comprendevo che ciò che il personaggio mi chiedeva era di restituirgli una dignità quotidiana.

Quindi non ho cercato un unico registro ma, come succede nel quotidiano, la mia visione di regia ha oscillato tra il vivere “tragicomicamente” la realtà, colori forti e nello stesso tempo riferiti a un tempo non ben definibile, un altrove in bilico tra reale e irreale.

Ho letto e riletto più volte il testo, ho pesato le parole e ho cercato di far rivivere nella mia memoria prima , nella memoria degli attori coinvolti poi e, infine, in scena il senso di smarrimento, lo sbiadire delle sensazioni, lo sbiadire dei ricordi, lo sbiadire dei colori e lo straniamento che piano piano ha accompagnato lo svolgersi della storia.

Non avrei potuto banalizzare: il rischio era alto perché ciò che accade in scena accade a tanti “Lorenzo” e tante “Chiara” compagna di Lorenzo e tante “Sofia” figlie che non accettano la dura presenza dell’Alzheimer che, quando la scopri, ha già cancellato memoria e ricordi.

La Voce, elemento portante di tutto il racconto, accompagnerà Lorenzo verso l’oblio .

Con Lorenzo, tutto si sbiadirà e finirà in una lunga lettera : nero su bianco e nessuno spazio ai colori.

 

 


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