16 11 18 #BCM18 Ecopoetry da Il Giardino della Poesia con Massimo D’Arcangelo

BOOKCITY MILANO 2018 – ingresso libero.

16 novembre 2018 – ore 19.00

Ecopoetry da Il Giardino della Poesia

Presentazione del libro di ecopoesie

Intatto/Intact

con

Massimo D’Arcangelo

e i poeti del Giardino della Poesia di Casa Merini.

 

scheda volume

 

cura e traduzione dall’inglese

edited and translated from English by

Francesca Cosi e Alessandra Repossi

 

traduzione dall’italiano

translated from Italian by

Todd Portnowitz

 

prefazione di

foreword by
Serenella Iovino

I tre autori di Intatto, rispettivamente pugliese e toscano d’adozione, australiana e inglese residente nella Scozia del Nord-Est, sono diversi tra loro: per storia personale, per formazione, per età. Eppure l’attenzione verso il mondo, verso l’altro nel mondo, li fa convergere in un’esperienza comune. Pur mantenendo la propria individualità di stile e immaginazione, essi mettono in comune sguardi e linguaggi cimentandosi a vedere e dire le stesse cose.
Se però si vuole individuare una tonalità fondamentale in questo discorso a tre voci, allora bisogna cercarla in una comune aspirazione alla giustizia, in una «ricerca di giustizia poetica nel contesto generale di tutte le forme di espropriazione», scrive Helen Moore. «Perché essere ecopoeta», sottolinea l’autrice inglese, «non è esprimere solo la gioia e la meraviglia di stare al mondo, ma anche la rabbia e il dolore per la devastazione che il capitalismo globale infligge a tutti gli esseri». Questo stato di guerra, il lutto per le rovine di cui si conoscono i responsabili, ci fanno capire che non c’è nulla di ingenuo, irenico o romantico nell’ecopoesia. Ecopoesia è coscienza di una duplice espropriazione: quella dell’umano – abusato, sfruttato, dominato – e quella del non umano. L’umano è qui spesso carnefice, ma è anche vittima: vittima di soprusi storici, degli abissi di giustizia tra “noi” e “loro”, e della violenza che annulla le differenze tra chi la subisce.
Ancora più presente, però, nella coscienza dell’ecopoesia, è la realtà della dimensione più-che-umana come portatrice di segno e di senso, indipendentemente dal segno e dal senso che vi lascia l’umano. Il senso nella vita non solo umana è la ricchezza d’informazioni dei suoi codici genetici, è la capacità di organizzarsi e di stare al mondo. E il suo senso è patire e gioire, temere e amare, desiderare e sognare.

dalla prefazione di Serenella Iovino


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