10 dicembre 2019 – Ore 18.30
Inaugurazione dell’esposizione
IO SO – 12 dicembre 1969 : Artisti nel cinquantesimo della strage di piazza Fontana.
Iniziativa promossa congiuntamente da ANPI, Le Belle Arti APS e Comitato Artisti e Resistenze.
Termine esposizione : 12 gennaio 2020. Ingresso libero.
Nel prossimo mese di dicembre ricorrerà il cinquantesimo anniversario dell’orribile strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969) che la Storia e le vicende processuali hanno incontrovertibilmente imputato alla manovalanza fascista e alla complicità dei disertori dello Stato.
L’enorme impressione di quell’avvenimento, classificato anche come “perdita dell’innocenza” per la Repubblica nata dalla Resistenza, è tutta nelle immagini della grande e composta folla nel giorno dei funerali, vero primo fattore di opposizione a un disegno, la cosiddetta strategia della tensione, che da quella data si sarebbe dipanata per anni.
La profonda fiducia che “Artisti e Resistenze” assegna alla capacità dell’arte visiva di essere interprete di emozioni e ragionamenti collettivi, ci spinge a proporre che nel prossimo dicembre una mostra faccia memoria di quel tragico avvenimento.
Per tale importante iniziativa, promossa congiuntamente da ANPI, Le Belle Arti APS e Comitato Artisti e Resistenze, abbiamo pensato a due iniziative espositive che comparino opere storiche, progettate negli anni immediatamente vicini agli eventi a opere del presente, coinvolgendo anche giovani artisti.
E questo aspetto vorremmo fosse ben presente: il coinvolgimento, nella ricostruzione storica, delle giovani generazioni, per combattere l’opera di sistematica distruzione della memoria che si viene attuando.
Le due mostre si terranno in due importanti spazi cittadini grazie alla Collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera e della Casa Museo Alda Merini:
Ex chiesa di San Carpoforo / piazza Formentini
10 dicembre 2019 / 15 gennaio 2020
Inaugurazione Martedì 10 dicembre ore 12,00
e
Casa Museo Alda Merini / Via Magolfa,32
10 dicembre 2019 / 7 gennaio 2020
Inaugurazione Martedì 10 dicembre ore 18,30
Artisti presenti con le loro opere alla mostra:
GABRIELLA BENEDINI – GIUSEPPE BRUNETTI – GIANCARLO COLLI – VIRGINIA DAL MAGRO – LUISELLA DEIANA PATETTA – GIOXE DE MICHELI – PINO DI GENNARO – GIOVANNI DRADI – SALVATORE ESPOSITO – ATTILIO FORGIOLI – RENATO GALBUSERA – CARLO ADELIO GALIMBERTI – ANNAMARIA GARAU – GIANANTONIO GENNARI – GAIA GIANARDI – DANIELA GILARDONI – MARIA JANNELLI – MASSIMO MARCHESOTTI – ALFREDO MAZZOTTA – ANTONINO MIANO – ORTICA NOODLES – BRUNO PELLEGRINI – BARBARA PIETRASANTA – STEFANO PIZZI – MARIO QUADRAROLI – GIANFRANCO ROMAGNOLI – GIOVANNI RUBINO – GIANLUIGI SARTORI – MARIA LUISA SIMONE – ALESSANDRO SPADARI – DAVIDE TINELLI “ATOMO”- MICHELA USANZA – ALBERTO VENDITTI – CLAUDIO ZANINI
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Cos’è questo golpe? Io so
di Pier Paolo Pasolini
Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di “golpe”, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti.
Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l’aiuto della Cia (e in second’ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il ’68, e in seguito, sempre con l’aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del “referendum”.
Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l’altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l’organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista). Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.
Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari.
Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.
Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero.
Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell’istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio “progetto di romanzo”, sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il ’68 non è poi così difficile.
Tale verità – lo si sente con assoluta precisione – sta dietro una grande quantità di interventi anche giornalistici e politici: cioè non di immaginazione o di finzione come è per sua natura il mio.
(da: Corriere della Sera, 14 novembre 1974)