Nell’ambito della rassegna “L’arcobaleno su Casa Merini – Eventi dal mondo LGBTI”
14 gennaio 2020 – ore 18.30
Vernissage mostra fotografica
IN MY PACE
ingresso libero
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In my Pace è un progetto fotografico che vede uniti quattro artisti, quattro personalità completamente diverse ma che hanno uno scopo comune: raccontare la storia di persone e di luoghi che non conoscete. Lo sapevi che in alcuni Stati tutt’oggi è illegale essere omosessuale?
Lo sapevi che in alcuni Stati se sei gay possono lapidarti?
Siamo qui per raccontarti una storia, assieme alla presidente di Arcigay Rainbow, Giulia Bodo, e ad alcuni dei protagonisti delle opere esposte.
Espongono gli artisti:
Salvatore Giò Gagliano, Giulia Lungo, Simone Manzocchi e Franco Marino.
Salvatore Giò Gagliano presenta Golden Rainbow
Coperte isotermiche avvolgono i volti di uomini e donne appartenenti alla comunità LGBT che hanno scelto di scoprire, affermare e raccontare la loro vera essenza in nome di una libertà che oggi viene ancora troppe volte negata, schiacciata dalla violenza più crudele e brutale. In RISE AND SHINE la coperta isotermica accarezza ogni emozione di quei corpi, diventando compagna di quel viaggio fatto non solo attraversando il mare, ma soprattutto attraversando se stessi alla conquista della propria emancipazione, giustizia, riscatto.
Giulia Lungo
Nato da una collaborazione con l’associazione Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia per il calendario AfricArcigay 2019, e successivamente per quello del 2020, qui si è voluto far emergere che il vero lavoro sta dietro allo scatto: sono fotografie totalmente costruite con dei modelli che tali non sono, ma sono persone che hanno subito dei traumi e questi ultimi non li hanno resi più deboli, anzi. Se dei rifugiati possono essere dei modelli, perché continuare a vederli come diversi?
Simone Manzocchi
Il lavoro è costituito da un reportage fotografico che da voce al gruppo di rifugiati LGBT Africarcigay. Nato nel 2016, AfricArcigay è attualmente uno dei più importanti gruppi di persone in fuga perché perseguitate per il loro orientamento sessuale o identità di genere. In questo reportage le attività del gruppo sono raccontate con una narrazione spontanea e intima costituita da fotografie non in posa prese in momenti quotidiani e significativi.
Franco Marino
Parlare di minoranze senza disumanizzare la minoranza, rendere comprensibile ciò che non si ha vissuto in prima persona con una metafora, un gioco di parole.
Focalizzarsi sul vissuto comune, creare empatia… Tutti siamo stati bambini ed abbiamo chiesto alla mamma un gelato, ma abbiamo avuto risposte differenti e di fronte a quelle risposte ci siamo dovuti adattare; desiderio, delusione, rabbia, lotta, riscatto ed in fine speranza.
Da bambino ho taciuto, ma, ora che sono grande, davanti alle disparità io urlo.