In occasione della Giornata della Memoria, presentazione del libro di poesie di Luca Artioli
La crudeltà dei deboli – premessa di un lager
(ed. la Vita Felice, 2016)
Diana Battaggia in dialogo con l’autore
Sono ormai passati più di settant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e la storia sta lentamente accogliendo tra le sue braccia anche gli ultimi protagonisti di quel periodo, dove l’uomo ha saputo dimostrare quanto possa essere violento e abominevole contro se stesso. Quando non ci saranno più testimoni che potranno raccontare direttamente ciò che è avvenuto, inizierà a emergerne il mito e i fatti potranno essere manipolati non appena le loro voci saranno sufficientemente lontane.
La sacralizzazione, infatti, porta spesso con sé un inganno, quello di svuotare di senso l’evento per sostituirlo con un rituale, con un ricordo facilmente strumentalizzabile dalla politica, così come dai mass media.
Che fare allora, se ricordare non basta?
Quale approccio può ritenersi corretto qualora si voglia affrontare tematiche afferenti al nazismo come l’eugenetica e l’eutanasia, senza inciampare nella facile retorica?
La chiave interpretativa, a mio modo di vedere, sta nel sollecitare il lettore affinché possa compiere un’analisi interiore completa, partendo innanzitutto dal restituire alla valenza storiografica dei fatti il suo ruolo imprescindibile e, successivamente, accettare la verità che quella stessa storia ci appartiene.
Riconoscersi, dunque, non soltanto ricordare.
Riconoscere che tutti noi siamo accomunati da un’identità collettiva, dolente o nolente, che ha commesso ignobili efferatezze, sebbene non risultiamo esserne i diretti colpevoli.
È quindi questo l’intento con cui ho deciso di dare alle stampe il libro: consegnare al lettore uno strumento che abbia la velleità di scuoterne la coscienza, che possa invitarlo ad assumere una posizione responsabile, stimolandolo a promuovere una propria rielaborazione critica.
Mettere a nudo le contraddizioni che resero possibile quanto accaduto, infatti, potrebbe aiutarci a evitare che, un giorno non troppo lontano, questo avvenga nuovamente.
sadri