29 6 17 I DOPPIOPUNTO a Musica sotto la tettoia – Casa Merini summer

 

29/6 ore 19.00 i DOPPIOPUNTO

Con la partecipazione di Milanosud, testata di cronaca, cultura e politica su web e su carta e con il patrocinio di Municipio 6 Milano

GIANNI ANDREOZZI: Produttore e Arrangiatore, come chitarrista vanta collaborazioni con Dori Ghezzi, Zucchero, U. Smaila, F. Oppini, A .Minetti, F. Alotta e molti altri.
Per più di dieci anni è stato il chitarrista della cantante Fiordaliso, con la quale ha suonato in tourné in Italia, Germania, America, Egitto e ha suonato nelle ultime sue tre produzioni discografiche.
Ha partecipato a diverse trasmissioni rai e Mediaset. Presidente dell’associazione Jimi Hendrix Italia.
Insegnante di chitarra presso la scuola M. Tenzi di Milano, direttore ed insegnante della scuola Ricordi di via Montenapoleone a Milano, responsabile del progetto Passione e Ragione alla biennale di Venezia.
Arrangiatore presso il suo studio DoppioPunto Studio di Milano dove produce musica di vario genere.

NADIA BRUNO: attrice, regista, è presidente della Compagnia teatrale Maskere www.companiateatralemaskere.it . Vocalist.

Repertorio di vario genere, con incursioni nel tema “impegnato” (Dalla/De Andrè/Guccini) e nel tema “d’amore”.

sadri

24 6 17 Finale Nazionale del campionato di Poetry Slam di SLAM ITALIA

FINALE NAZIONALE del Campionato 2016/2017 – Dedicata al sostegno della campagna per la liberazione del poeta ASHRAF FAYADH.

38 poeti finalisti provenienti da tutta Italia che si sfideranno in una competizione a colpi di versi.

Per il secondo anno consecutivo si svolgerà a CASA MERINI (Casa delle Arti/Spazio ALda Merini)- Via Magolfa 32, MILANO, il 24 GIUGNO 2017 a partire dalle ore 17,00.

La Finale Nazionale del campionato di Poetry Slam di SLAM ITALIA sarà l’atto conclusivo a coronamento di una lunga ed un’entusiasmante attività artistico letterraria iniziata il 30 giugno 2016 e si concluderà con la finale del 24 giugno 2017.

 

Le gare sono state un susseguirsi di poetry slam di alto livello con appuntamenti che hanno visto una numerosa partecipazione di poeti, di pubblico e di organizzatori, e coinvolto, da Nord a Sud, associazioni, comuni, circoli, pub, caffè letterari, piazze e mezzi di comunicazione.

 

Sarà una gara nazionale ma soprattutto una festa all’insegna della poesia e dell’amicizia, non mancheranno un bel servizio bar con apericena, uno spazio libri dei poeti partecipanti e soprattutto l’occasione per condividere e conoscersi dopo un anno di appuntamenti in tutta Italia.

 

A Condurre la Finale sarà un gruppo di poeti protagonisti protagonisti durante il campionato: Bruno Rullo, coordinatore nazionale di Slam Italia, Tito Truglia, Carla Abenante, Salvatore Sblando

 

Ospite speciale il poeta Guido Oldani, padre del Realismo Terminale

 

altri ospiti:

Stefania Carcupina con la sua fisarmonica,

Giuseppe Langella con l’antologia Luci di posizione

Fabrizio Bianchi con l’antologia Passione poesia

Giulio Tedeschi con l’antologia Madras Ice Cream

 

Il vincitore si aggiudicherà il titolo di CAMPIONE ITALIANO di SLAM ITALIA e la COPPA SLAM ITALIA e i classificati dal secondo al sesto posto la Medaglia Slam Italia.

 

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20 6 17 Spazio Merini Cineforum – «La signora della porta accanto»

20 giugno ore 21.00: Spazio Merini Cineforum, a cura di Maria Ferrone. Nella rassegna “Frammenti dell’universo femminile” il film La signora della porta accanto (Francia 1981). Regia di François Truffaut.

Contributo all’ingresso € 6,00 comprensivo di calice augurale. E’ gradita la prenotazione a info@lacasadelleartiste.it

 

Titolo originale La femme d’à côté
Paese di produzione Francia
Anno 1981
Durata 106 min
Genere drammatico
Regia François Truffaut
Soggetto François Truffaut, Suzanne Schiffman e Jean Aurel
Sceneggiatura François Truffaut, Suzanne Schiffman e Jean Aurel
Produttore Les Films du Carrosse, Tf1 Films Productions
Fotografia William Lubtchansky
Montaggio Martine Barraqué, Marie-Aimée Debril (assistente)
Musiche Georges Delerue
Scenografia Jean-Pierre Kohut-Svelko
Costumi Michèle Cerf
Trucco Thi-Loan Nguyen
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

La vita di Bernard scorre piuttosto tranquilla: una bella famiglia ed una bella casa. A rompere quest’equilibrio è l’arrivo di una coppia di vicini di casa.

Nei pressi di Grenoble, la signora Odile Jouve, che gestisce il circolo di tennis locale, senza potere giocare perché ha una protesi alla gamba destra, introduce la storia di Bernard e Mathilde, il cui dramma si è già consumato.

Dopo alcuni anni una storia d’amore folle improvvisamente riemerge, quando Philippe e Mathilde si trasferiscono nella casa di fronte a quella di Bernard, sua moglie Arlette e il piccolo Thomas. Otto anni prima una storia devastante ha segnato Bernard e Mathilde ed ora si ritrovano a vivere non in un caotico condominio tra le strade della grande città, bensì in due case di campagna isolate, luoghi in cui è impossibile fuggire agli sguardi degli altri.

Le due coppie devono per forza di cose fare conoscenza e così avviene. Mathilde cerca di ristabilire con Bernard un rapporto di amicizia, ma lui si mostra indifferente ed ostile; Bernard è sfuggente, come quando evita la cena organizzata da Arlette per festeggiare i nuovi vicini, fingendo di trattenersi sul posto di lavoro. Nell’occasione apprende dalla signora Jouve la vera ragione del suo handicap: vent’anni prima si gettò dal settimo piano per l’eccessivo amore verso un uomo partito per la Nuova Caledonia. Il turbamento e la fragilità assillano Bernard, mentre Mathilde mantiene un’apparente lucidità e nell’ossessivo ripetersi di telefonate cerca inutili giustificazioni e si dipinge un mondo nuovo fatto di serenità, buoni sentimenti e tranquillità. In più vorrebbe avere un rapporto di mera amicizia con il suo ex-amante.

Un giorno i due si incontrano in un supermercato. Prima parlano preoccupati di non intralciare il loro presente, ma poi si baciano e Mathilde sviene a terra. In una frazione di secondo il territorio è invaso dal passato. I due tornano ad essere amanti e si incontrano clandestinamente in un albergo a Grenoble. L’amore clandestino si trasforma nuovamente in passione e diventa una trappola per entrambi, l’unico modo per comunicare, visto che i due protagonisti sembrano impauriti ad affrontare il tema scottante riguardo agli anni passati insieme. Parlano clandestinamente attraverso il telefono con frasi brevi, dandosi appuntamenti figli di una patetica tensione. Non riescono a prolungare i loro discorsi, cercare un forte compromesso che li renda lucidi nell’affrontare la loro quotidianità.

Il matrimonio rappresenta per entrambi una via di fuga da una storia cruda, capace di gettare le reti nel campo sentimentale in un mare inquinato. Mathilde confesserà difatti che dopo Bernard ha sposato un giovane da cui ha divorziato immediatamente solo per cancellare la storia precedente ed ora presenta Philippe come l’uomo che l’ha tolta con i semplici gesti e un amore caldo dalla turbinosa realtà. Nessuno dei due però lo confessa con lucidità: l’ombra è sempre in preda di cacciare ed aggredire ora l’uno ora l’altro o tutti e due. Anzi, parlare del passato li trasforma in due corpi esclusivamente materiali che si uniscono, soffrono dopo l’atto sessuale, svengono. Corpi che si incontrano ma in realtà vorrebbero uccidersi.

Mathilde cerca a più riprese di allontanare il fantasma di Bernard, rifiuta di partire con lui e si mostra impaurita nel proseguire questa storia deviata, perché non vuole fare male al proprio marito. Bernard calamita le insicurezze della ragazza, tiene in mano il gioco, carpisce dalla più dettagliata espressione che dietro si nascondono altri sentimenti, se pur lacerati. Vuole egoisticamente recuperare. Il desiderio possessivo è una patologia che investe ora l’uno ora l’altra. Sembra quasi che ognuno di loro due intervenga quando l’altro cede.

Tutto ciò si avverte anche in ogni spazio dove i due si incontrano, il circolo del tennis, luogo di ritrovo e distrazione. Qui Mathilde ha occasione di conoscere Roland, un amico di Philippe, giovane editore entusiasmato dai fumetti per bambini che la ragazza disegna. Mathilde non riesce ad esprimersi sulle sue richieste di collaborazione. L’ombra la pervade e si consolida sempre più invece di cancellarsi. Il mostro del passato esplode quando Philippe prende parola ed annuncia che i due novelli sposi partiranno l’indomani per la luna di miele. La reazione di Bernard non si fa attendere ed è piuttosto violenta: segue la ragazza, la invita a non partire e poi la picchia senza controllare il lume della ragione.

Pochi giorni prima Jouve, ricevuto un telegramma da un fattorino, fugge per alcuni giorni a Parigi: il suo vecchio amante per il quale si è procurata la zoppia le ha annunciato che ben presto la verrà a trovare. Il crollo di Mathilde, ora che è stata picchiata da Bernard è totale. Se poco prima ha raccontato al marito di Bernard, descrivendolo come un uomo che aveva una relazione con la cugina ed era opportunista e ferocemente egoista, adesso è costretta a raccontare la verità. Cosa che non fa Bernard alla propria moglie, pronunciandosi come il martire di una donna che lo perseguitava e lo fa tuttora. La giovane moglie dopo il viaggio di nozze si smarrisce ulteriormente, poiché non intravede più la fiducia di Philippe. Alla presentazione del suo primo libro edito dalla casa editrice di Roland è preda di un esaurimento nervoso, cade a terra e viene ricoverata in ospedale.

I ruoli improvvisamente si invertono: Bernard mette la maschera in volto, si mostra freddo. Mathilde cerca solo lui e lo confessa al marito. Il cinismo comincia a serpeggiare nei pensieri di Mathilde, distaccata dalle parole del dottore che la definisce una donna a cui piace soffrire piuttosto che vivere o morire. Mathilde viene disegnata come un personaggio che ama la sua malattia, poiché è una difesa contro il resto del mondo. Forse è vero. La giovane eroina pervasa dai sensi di colpa ha un solo modo per uscire da questa morsa che l’ha stretta e fatta soffrire per anni: uccidere Bernard. E così avviene qualche giorno dopo, quando con il marito si è trasferita al centro di Grenoble. Durante la notte torna nella sua vecchia abitazione e lascia aperta la porta di casa affinché faccia rumore e svegli Bernard. L’uomo scende e si dirige nell’abitazione a fianco. Entra e trova Mathilde che lo aspetta sorridente, vestita in modo seducente. I due fanno l’amore, ma questa volta la giovane estrae la pistola dalla borsetta e spara al suo vecchio amante prima di uccidersi.

La signora Jouve, concludendo il racconto suggerisce un epitaffio funerario per i due amanti: ” né con te, né senza di te”, aggiungendo: “ma nessuno chiederà il mio parere”.

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16 6 17 La collina di Spoon River – Compagnia teatrale MASKERE

Venerdì 16 giugno 2017 – ore 21.00

La Compagnia teatrale MASKERE porta in replica La Collina di Spoon River, tratta dall’Antologia di Spoon River del 1916, scritta da Edgar Lee Masters, che raccoglie gli epitaffi – raccontati in prima persona dai defunti – di un’immaginaria cittadina Usa, simbolo dei borghi di Petersburg e Lewistown, dove il poeta visse e risiedette. Con ruvida schiettezza, Masters racconta adulteri, aborti, tradimenti, bancarotta e banche strozzine: un romanzo mascherato dove i personaggi dialogano da un Oltretomba paganizzante dove si ama, odia, spettegola, invidia, brama come sulla Terra.

Attori:
Annalisa Arena
Adriana Bongermino
Irma Carloni
Miriam Di Gregorio
Marco Marra

Regia di Nadia Bruno

Contributo all’ingresso € 6,00 comprensivo di calice augurale.

Gradita la prenotazione a info@lacasadelleartiste.it

 

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15 6 17 I JAZZTAG a Musica sotto la tettoia – Casa Merini summer

 

15/6   ore 19.00 secondo appuntamento della rassegna MUSICA SOTTO LA TETTOIA – CASA MERINI SUMMER 

 

i JAZZTAG

Con la partecipazione di Social Street San Gottardo Meda Montegani

http://www.jazztag.it/ – repertorio vasto dal pop al jazz.

MASSIMILIANO GHIRARDELLI – Polistrumentista in gran parte autodidatta. Per darmi un tono, negli anni ho studiato violino, canto, chitarra (con Claudio Bazzari) e sax tenore (con Felice Clemente). Con i JazzTag, per coerenza, suono il contrabbasso. Amo Bach, George Martin, Frank Zappa e Alan Parson. Scrivo arrangiamenti perché è quello che so fare meglio. Dal 1990 ad oggi ho suonato in svariati gruppi i generi più diversi. Oggi collaboro più o meno frequentemente anche con McKeeney Sisters, Bea Sides, Riptide, Acoustic Rendez Vous, PCP (Ruggero Marazzi), Casual Acoustic.
ILARIA PULICI – La sua esperienza musicale parte a 11 anni con lo studio del Sassofono contralto che porterà avanti per 6 anni presso il Corpo Bandistico Lissonese Consonanza Musicale. Comincia nel frattempo gli studi di canto presso la Scuola Civica di Desio sotto la guida di Rossella Liberti. Da qui si alterneranno diversi insegnanti. Negli ultimi anni approfondisce lo studio della tecnica vocale del Belting con l’insegnante Gabriele Favia. Attualmente studia con l’insegnante Gianluca Valenti.
Ingresso libero – Consumazione solidale

MARCO FAZIO – Nato nel 1988 ad Augusta (SR), si diploma in sassofono presso il Conservatorio “A. Corelli” di Messina. Segue i corsi di Umbria Jazz nel 2007, estendendo poi la sua formazione in ambito jazzistico con Salvatore Bonafede e Orazio Maugeri. Le sue esperienze musicali spaziano dal jazz al funk, reggae, ska e hip hop. Attualmente frequenta il biennio jazz in sassofono con i maestri Tino Tracanna, Attilio Zanchi, Alberto Mandarini, Oscar Del Barba, Antonio Zambrini e Riccardo Luppi presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Ha partecipato a masterclass e seminari con Bob Moses, Greg Hutchinson, Bruno Tommaso, Roberto Gatto, Maurizio Rolli, Giovanni Falzone, Jimmy Weinstein, Greg Burk ed altri musicisti appartenenti alla scena musicale jazzistica internazionale.

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13 6 17 Spazio Merini Cineforum – «Ti do i miei occhi»

 

 

13 giugno ore 21.00: Spazio Merini Cineforum, a cura di Maria Ferrone.

Apre la rassegna “Frammenti dell’universo femminile” – comprensiva di 6 incontri – il film Ti do i miei occhi (Spagna 2003). Regia di Icìar Bollaìn.

Contributo all’ingresso € 6,00 comprensivo di calice augurale. E’ gradita la prenotazione a info@lacasadelleartiste.it

 

 

Ti do i miei occhi
Titolo originale Te doy mis ojos
Paese di produzione Spagna
Anno 2003
Durata 109 min
Genere drammatico, commedia
Regia Icíar Bollaín
Sceneggiatura Icíar Bollaín e Alicia Luna
Fotografia Carles Gusi
Montaggio Ángel Hernández Zoido
Musiche Alberto Iglesias
Scenografia Víctor Molero
Interpreti e personaggi
Premi

E’ davvero una piccola grande sorpresa questo “Ti do i miei occhi”, firmato dalla trentasettene regista spagnola Iciar Bollain. Sorpresa perché riesce ad affrontare con successo un genere solitamente ostico e non semplice da trattare: il melodramma. Quando un regista (o anche uno scrittore) decide infatti di cimentarsi in una storia d’amore disperata e commovente, le trappole dell’ovvietà e del già detto sono molto spesso dietro l’angolo, e se la narrazione non è supportata a dovere da una sceneggiatura brillante e scorrevole il rischio di fallire diventa concreto. Ed è qui il primo grande punto di forza del film: una sceneggiatura solida, robusta, credibile e soprattutto intensa. Nelle pagine del copione ci viene raccontata la vicenda di Pilar, una giovane donna che deve fronteggiare le continue crisi di violenza a cui è soggetto il marito Antonio, crisi che spesso, come scopre la sorella di Pilar, si concludono purtroppo al pronto soccorso. La donna, sconvolta dopo l’ultima lite, decide di abbandonare casa insieme al figlioletto. Venuta successivamente a sapere che il marito ha deciso di curarsi attraverso delle sedute di gruppo da un psichiatra, tornerà sui suoi passi. Ma altre amarezze e umiliazioni la attendono prima del finale. ,Come si accennava prima, non possono non essere sottolineate la forza, l’efficacia, l’intensità attraverso cui questa storia si sviluppa e prende forma. Il percorso sentimentale della coppia non rimane in superficie, non è solamente accennato o tratteggiato in qualche modo. Al contrario, la regista mette in pratica quasi un’analisi scientifica di questa crisi mettendo sul piatto della discussione anche il tema della psicanalisi (come se volesse mettere ancora più in risalto l’intento scientifico della sua “indagine”), che occupa grande spazio nel film. E’ significativo, infatti, vedere il marito (straordinario Luis Tosar) rendersi conto dei propri sbagli, o meglio della propria malattia, e tentare in tutti i modi di cambiare per riuscire ad avere una vita normale con la sua famiglia. Ed è altrettanto significativo vedere la moglie (altrettanto bravissima Laia Marrul) che, nonostante la crisi iniziale, non si ferma davanti al primo scoglio e sceglie di riprovare, di ripartire, perché nonostante tutto è l’uomo che ha scelto e che continua ad amare. Le cose purtroppo non prenderanno una via felice (la regista sembra volerci dire che di fronte a questi problemi così gravi la strada verso il cambiamento è spesso troppo lunga e tortuosa) ma resta il tentativo vero e sofferto che entrambi i coniugi tentano per salvare il loro rapporto. Una storia di ordinaria violenza domestica, una delle tante probabilmente, ma raccontata con un occhio sincero, vero, talvolta anche un po’ duro e sgradevole (l’ultima esplosione di violenza di Antonio è al limite della sopportabilità), ma che rimane dentro per la sua tristezza e per la sua profondità.

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12 6 17 Dialoghi poetici nell’arte – La voce del colore

 

ore 19.00 – lunedì 12 giugno 2017

DIALOGHI POETICI NELL’ARTE: La voce del colore.

con testi del poeta Gianfranco Carpine, con gli attori Stefania Biondi e Pietro Ubaldi

A seguire, aperitivo poetico.

Ingresso libero

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11 6 17 Poesia georgiana a Milano

ore 16.30

Presentazione del volume «Vite e tralci. Antologia di poeti georgiani contemporanei» (Ladolfi editore) a cura di N. Geladze, M. Coraci.

“L’antologia presenta uno dei possibili quadri della poesia georgiana degli ultimi cento anni attraverso voci autentiche del vivere di oggi. Nei primi Anni Novanta, durante le interminabili manifestazioni politiche, si faceva spesso una domanda ironico-retorica: ‘Dove sono gli scrittori georgiani?’. Sono passati vent’anni e diventa attuale una domanda: ‘Dov’è la poesia georgiana?’. Infatti, dov’è la poesia? ‘La poesia è nell’erba’ diceva Boris Pasternak. Dov’è ancora? Forse nel popolo, nella vita, nella creatività, là dove c’è la vita. La poesia georgiana esiste e si sviluppa. La presente antologia ne è la prova”. (Dalla presentazione di Ivane Amirkhanashvili).

con la partecipazione della traduttrice Nunu Geladze e tre poetesse georgiane Lia Sturua, Mariam Tsiklauri, Ela Gochiashvili, nonché del consigliere del Ministro dottoressa Ketevan Dumbadze.

 Sarà nostra premura dell’Associazione “Con la Georgia nel cuore” offrire a tutti gli ospiti un menu di prelibatezze georgiane.

 Con la Georgia nel cuore è una libera associazione senza scopi di lucro che si propone di favorire la conoscenza reciproca delle culture georgiana e italiana in tutti i campi ritenendo essenziale lo sviluppo dell’amicizia e della collaborazione tra i popoli.

 

 

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Mede – dal 10 giugno al 2 luglio 2017 – LE VIE DELLA PACE – Mostra d’arte collettiva – organizzata dalla Casa delle Artiste e dal Comune di Mede

LOCANDINA MOSTRA MEDE - 10 giugno- 2 luglio 2017_

 

L’arte e la pace. L’arte è luogo di riflessione, un luogo dove gli artisti con le loro esperienze trovano un modo per esprimersi interpretando le cose in maniera diversa. Le loro realtà ci aiutano a pensare un mondo migliore

In contemporanea alla mostra che si terrà dal 6 giugno al 2 luglio 2017 “Le vie della pace” nella Casa delle Arti – Spazio Alda Merini, si svolgerà anche nel Castello di Mede la mostra “Le vie della pace” dal 10 giugno al 2 luglio, organizzata dalla Casa delle Artiste e dal Comune di Mede

Espongono le loro opere:

Silvia Abbiezzi, Marcello Argiolas, Luciano Bocchioli, Carlo Cecaro, Luigi Cei,  Mario Corrieri, Yuji Matsunaga,  Bianca Orsi, Filippo Panseca, Maria Luisa Simone, Domenico Simonini, Fungshuen Lucy Su  eArmando Tinnirello

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