27 9 19 Vittoria Longoni con «C’era in Atene una bella donna»

27 settembre 2019 – ore 18.30

Presentazione del libro di

VITTORIA LONGONI

“C’era in Atene una bella donna” Etere, concubine e donne libere nella Grecia antica.

Letture a cura di Roberta Secchi

Incursioni al pianoforte di Roberto Agosti

Coordinamento a cura di Vincenza Pezzuto

ingresso libero

 

***

Una decostruzione che illumina una presenza femminile per nulla marginale nella Grecia antica, modello di una democrazia che esclude le donne e spesso esprime una potente misoginia.
Ma cercando fra le fonti e i racconti ecco emergere alcune figure singolari: Laide, Neera, Frine, Clitennestra e Cassandra, etere, sorelle, concubine, donne libere che non vivono nel solco del destino moglie/madre e trovano una via di fama e fortuna persino nelle fonti scritte.
È importante e utile quindi discriminare nel vasto mondo femminile, qualche volta tangente alla prostituzione: “La prostituzione ateniese, e greca in generale, si poteva svolgere in vari modi, più o meno retribuiti e degradanti. Le schiave venivano dalle guerre, dalle razzie e dagli appositi mercati; in alcuni casi finivano nella prostituzione più misera, fatta nelle strade o nei bordelli. Tuttavia anche donne di condizione libera, o straniere, potevano cadere in disgrazia per varie ragioni (vedovanza, ripudio, adulterio ecc) e finire in queste situazioni: doversi offrire a chiunque per un basso compenso, che finiva in gran parte nelle tasche di lenoni, “protettori”, tenutarie di case di tolleranza.”
Ma questa è solo una parte della storia femminile. Il desiderio e il tentativo di scegliere il proprio destino è molto più presente e praticato di quanto non si creda.
“Ci troviamo nell’epoca di un patriarcato trionfante, coordinato in pieno con lo schiavismo; ma incontriamo indirettamente anche donne che ci parlano di percorsi faticosi verso una qualche forma di autonomia. Interrogare le etere, le concubine e le donne “diverse”, sia che si tratti di figure storiche che di personaggi costruiti in forma teatrale o letteraria, significa aprire qualche spiraglio e avere la possibilità di esaminare vicende e simboli che si parlano di altre modalità del femminile, anche nell’antico mondo greco, oltre gli stereotipi consolidati. La lettura di questo libro nella sua interezza riserverà qualche gradita sorpresa a chi
finora ha conosciuto l’antico mondo ellenico solo per stereotipi, o attraverso una certa tradizione scolastica che ha rincarato la dose della misoginia greca (già notevole di suo!) mediante tagli, censure moralistiche e distorsioni.”

 

L’ AU T R I C E

Vittoria Longoni da Bergamo si è trasferita da molti decenni a Milano, sua città di adozione, dove ha incontrato il ’68, le varie forme del femminismo e uno sguardo nuovo e fresco sulla cultura.    Si è sempre impegnata nei vari movimenti sociali e politici della nuova sinistra e, dal ‘76, nelle esperienze del femminismo, dall’autocoscienza all’impegno sociale e  sindacale,  e alla cultura rivisitata nel segno della storia delle donne. Si è laureata alla Statale di Milano in Filosofia e poi in Letteratura greca, passione che coltivava fin dall’adolescenza. Ha insegnato per 40 anni in varie scuole, tra cui il  Parini di Milano. Ha pubblicato la traduzione del dialogo di Plutarco Sull’amore, Adelphi 1986, e numerosi testi per i licei e commenti di romanzi, presso le editrici La Nuova Italia e RCS. Ora insegna Lingue e letterature classiche agli adulti,  presso Unitre  e Humaniter. Ha collaborato con varie associazioni femministe e con la Casa delle Artiste, conduce da molti anni dei corsi sulla letteratura a firma femminile per conto della Libera Università delle Donne. Scrive sulla rivista Leggendaria. Ha collaborato a lungo alle attività culturali della Casa delle Donne di Milano e ora è componente del relativo Direttivo. Esce ora il suo ultimo libro, C’era in Atene una bella donna- Etère, concubine e donne libere nell’antica Grecia, enciclopediadelledonne.it, maggio 2019.

sadri

20 9 19 «Uomini e donne per il dialogo» con Mauro Julini e Isabella Buzzi

20 settembre 2019 – ore 18.30

Presentazione del libro di

MAURO JULINI

“Uomini e donne per il dialogo” – Negoziati, negoziatori, mediatori

Con Isabella Buzzi e Mauro Julini.

Ingresso libero

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Mauro Julini, mediatore, facilitatore, giurista d’impresa, responsabile scientifico di Enti di Formazione ed Organismi di mediazione-

Isabella Buzzi, mediatrice familiare da quasi 30 anni, fondatrice del Forum Européen Recherche et Formation a la Médiation Familiale – Francia e dell’Associazione Italiana Mediatori familiari

sadri

19 9 19 Massimo Bernardi con «Hanno invaso la Svizzera»

19 settembre 2019 – ore 18.30

Presentazione del libro di

MASSIMO BERNARDI

“Hanno invaso la Svizzera – e altri racconti brevi per letture notturne”

(editore Ensemble)

Ingresso libero

***

Introdotta da tre pagine scritte da nientedimeno che Dino Buzzati, direttamente dall’aldilà, questa singolare raccolta di racconti si divide in due parti: The bright side of the moon e The dark side of the moon, rispettivamente il lato luminoso e quello oscuro della luna. L’autore si lascia andare, avvolto dalla luce della luna, a racconti onirici in cui regnano un delizioso nonsense e una rassicurante assenza di nessi logici. Riflette, poi, sui modi assurdi nella loro banalità con cui le persone possono sparire senza lasciare tracce e sulla presunta casualità con cui la vita ci pone davanti a strani simboli, segnali o coincidenze. Il lato buio della luna, invece, porta l’autore ad abbandonarsi all’introspezione, lasciandosi sfuggire impressioni fugaci o abbagli, allucinazioni e urla silenziose, in un dialogo interiore intenso e confuso.

***

Massimo Bernardi è nato nel 1970, a Modena, dove tuttora vive. È laureato in Biologia, ma le sue passioni sono sempre state la scrittura e la fotografia.
Ha pubblicato quattro libri di narrativa: “Mandala” (Sensoinverso edizioni, 2016), 2Appuntamento alla fortezza” (0111 edizioni, 2013), “Letturista per caso” (0111 edizioni, 2012) e “Onjrica” (Oppure edizioni, 2001). 

Alcuni suoi racconti sono usciti su riviste e antologie. Ha collaborato per alcuni anni con il circolo culturale Laboratorio di Poesia di Modena, in qualità di redattore e autore di testi per la rivista di poesia Steve. È autore di alcune sceneggiature originali per cortometraggi e lungometraggi (tra le quali “Il regalo più bello”, menzione speciale al Busto Arsizio Film Festival 2004).
Utilizza tecniche miste (proiezioni multiple di diapositive, pittura su pellicola e collage) per elaborare immagini fotografiche. Ha esposto le sue fotografie in numerose mostre personali e collettive, tra cui il Museo a Cielo Aperto a Camo (CN) (2013), la rassegna Phot’out a Torino (2014) e tre edizioni di Fotografia Europea a Reggio Emilia (2011, 2013 e 2015). Si interessa anche di arte, paesaggio e archeologia industriale.

 

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14 9 19 Incontro con la poesia di Maria Teresa Chechile

14 settembre 2019 – ore 18.30

Incontro con la poesia di Maria Teresa Chechile

In dialogo con l’autrice

Barbara Bonazzi e Vincenza Pezzuto

 

Ingresso libero

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Maria Teresa Chechile nasce a Zurigo il 14 gennaio 1971. Figlia del Sud Italia (Atena Lucana, paese e terra di confine tra Basilicata, Calabria e Campania) e dell’emigrazione degli anni ’60, impara a conoscere ed a sperimentare le varie sfaccettature del vivere, ricevendo stimolazioni continue tra Italia e Svizzera. La sua indole poetica e letteraria la porta negli anni a cimentarsi in piccole raccolte poetiche che lei stessa definisce “sogni nel cassetto”. La sua innata versatilità per la scrittura l’aiutano in questo processo di assimilazione e osservazione a volgere in versi e scritti tutto ciò che la circonda, segnando il tracciato per nuove strade e nuovi progetti.

La sua prima poesia, scritta a 15 anni, dal titolo “Di Notte” è l’inizio di un nuovo modo di osservare le cose, le persone e le situazioni, consentendole di descrivere ed immaginare un mondo tra l’incanto ed il disincanto.
Il suo impianto letterario, già forgiato nel corso degli studi umanistici, le dà una maggiore spinta a proseguire nel poetare e le vicissitudini della vita la porteranno a dedicarsi al prossimo divenendo infermiera, prima a Milano e poi all’Ospedale Carlo Urbano di Jesi.

Fortemente convinta che nulla succede per caso, che tutto è già scritto e che ogni azione dell’essere umano va solo aiutata, a riprova di questo, s’imbatte, nel febbraio del 2018, in un concorso di poesie edito da Aletti Editore, al quale partecipa con l’opera “Di Notte” che le varrà l’inclusione nell’antologia “A.Quasimodo legge i poeti contemporanei”, con menzione di merito e con l’interpretazione della stessa poesia da parte dell’attore e regista, nonché figlio del Premio Nobel per la letteratura, Alessandro Quasimodo. L’inclusione nell’antologia “A.Quasimodo legge i poeti contemporanei” sarà la sua prima risposta a quel cassetto di sogni tenuto per troppo tempo chiuso. Immessa su YouTube, raggiunge in pochi mesi un risultato eccellente di visualizzazioni e sarà la stessa casa editrice a proporle di incidere un cd, dove lo stesso Quasimodo seleziona cinque sue opere a cui dà voce espressiva; si intitola “A. Quasimodo legge Maria Teresa Chechile”.

Maria Teresa Chechile ottiene nel corso del 2018 nuovi successi: la poesia “Pensiero” viene inclusa nell’Antologia per la Giornata Mondiale della Poesia 2018, edita da Aletti e l’Enciclopedia dei Poeti Italiani Contemporanei inserisce all’interno tre sue opere, “Metafisica”, “Il rumore del silenzio” e “Pensiero”. Nell’agosto 2018, in occasione del Festival Internazionale “Il Paese della Poesia” di Rocca Imperiale, partecipa alla masterclass con Mogol e presenta, in un concorso interno al festival, la poesia “A mio padre (L’assenza)”, che è successivamente inclusa, con diploma di merito, nell’antologia “4° premio internazionale Salvatore Quasimodo. Vol. 1”, pubblicata in occasione del cinquantenario della morte del poeta. Ma è la sua prima poesia “Di Notte” ad essere presentata ad uno dei più prestigiosi concorsi, ovvero il Premio Mario Luzi. Ciò porta la Chechile ad un grande risultato: “Di Notte”, infatti, è inclusa nella prestigiosa enciclopedia del premio e la poetessa avrà un’intera pagina con sinossi nell’Agenda Nazionale dello Scrittore della Repubblica Italiana 2020/2021. 

 

Leggi qui l’intervista

https://www.differentmagazine.it/intervista-alla-poetessa-maria-teresa-chechile-i-sogni-non-rimangono-chiusi-nel-cassetto/

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6 9 19 CORPO E POESIA

Nell’ambito del Festival IL TEMPO DELLE DONNE, ideato da La 27^Ora- Corsera, con tema “I corpi”

6 settembre 2019 – ore 18.00

CORPO E POESIA

Reading poetico con incursioni psico-sociologici di

Maria Rosa Del Buono e Vincenza Pezzuto.

Relatori: Luigi Cannillo e Loredana Magazzeni.

Coordinamento di Donata Marchesini e Rossana Bacchella.

ingresso libero.

 

con l’ausilio dei seguenti volumi:

  • LA POESIA E LA CARNE a cura di Mario Fresa e Tiziano Salari (La Vita Felice, 2009)

diciassette poeti s’interrogano sul rapporto tra poesia e conoscenza a partire dal fatto primario della carne e delle sue affezioni: amore, follia, morte. In questi saggi è in gioco qualcosa di più della poesia intesa come mezzo di consolazione o gioco linguistico, ma qualcosa come una nuova esperienza che obbliga a riformulare i rapporti tra verità e soggetto, verso un sapere di tipo nuovo. Un linguaggio del pensiero che si articoli al di fuori dei saperi costituiti, siano la filosofia, la letteratura o la scienza. Dischiusura di uno spazio di conoscenza esposto all’urto della nuda vita, luogo aperto di rifondazione di senso e d’identità.

  • CORPOREA – Il corpo nella poesia femminile contemporanea di lingua inglese, a cura di Loredana Magazzeni, Fiorenza Mormile, Brenda Porster, Anna Maria Robustelli, con  prefazione di Liliana Borghi (Le Voci della Luna Poesia, 2010)

Scrivono le curatrici: Abbiamo voluto avvicinarci a tre generazioni di scrittrici di lingua inglese, attraversarle, passando dal postmodernismo alla rivendicazione dei diritti del primo femminismo americano, alla Jouissance, la felicità nella differenza, propria del secondo femminismo, fino alle attuali generazioni di poetesse, che hanno oggi trenta o quarant’anni, nelle quali si teorizza una maggiore serenità nel rapporto col proprio corpo e nel rapporto di coppia.

Che l’imperativo della scrittura contemporanea delle donne sia mettere al centro la propria esperienza vitale è ormai acquisizione comune, a partire dalle teorie letterarie che fin dagli anni ’60 e ’70 le autrici stesse, in specie americane, elaboravano a supporto delle proprie produzioni testuali. Ma non è sempre stato così, è stato necessario un cambiamento profondo di cultura, un cambiamento del simbolico, avvenuto per ben tre generazioni di scrittrici, appartenenti a tre generazioni di femminismo. Il criterio applicato alla nostra antologia è stato quello di preferire autrici viventi, seppure con alcune eccezioni, mentre qualche grande maestra in questi stessi anni è venuta a mancare.

  • IL CORPO SEGRETO. Corpo ed eros nella poesia maschile a cura di Luigi Cannillo (LietoColle, 2008)

Il corpo maschile non ricorre nella poesia italiana come tematica esplicita e continuativa.
Però, in particolare nel ‘900, alcuni autori significativi hanno espresso nella loro opera la percezione del corpo proprio e altrui, l’Eros immaginario o agito.[…]
Sotto altri aspetti negli ultimi decenni il corpo maschile è invece è stato sempre sulla scena. Rappresentato dalle arti visive, sempre più esibito nei messaggi pubblicitari, sostenuto e vezzeggiato dal fitness e dai cosmetici. La sua esposizione mette in primo piano un modello virile funzionale alla prestazione, alla competizione tra corpi, generazioni e merci, verso un’estetica di massa.[…]
Eppure il corpo, pure nella complessità che tale parola deve suggerire, lontana da ogni riduzione a un modello superficiale biologico/fisiologico, è l’elemento imprescindibile di esperienza e conoscenza. È ricetrasmettitore costante, è soggetto e oggetto di percezione. […]
Sono i corpi il dominio di Eros.
Il linguaggio della poesia, quando anticonvenzionale, ben si adatta alla rappresentazione delle sfumature più sottili della percezione di sé e della propria capacità di contatto. Con i sussurri e i brividi, tempi e i ritmi del dinamismo, del mimetismo dell’Eros. […]

***

In locandina: Livelli, opera di Maria Micozzi che ringraziamo per l’autorizzazione all’utilizzo.

sadri

22 6 19 Silvio Raffo con antologia «Le muse del disincanto»

 

22 giugno 2019 – ore 18.00

Presentazione dell’antologia

«Le muse del disincanto»

Poesia italiana del Novecento. Un’antologia critica.

di Silvio Raffo

 

Nella storia della nostra poesia, il Novecento appare il secolo in cui sono state superate e infrante diverse frontiere; mai tante voci dispiegate in così evidente contrasto hanno fatto sentire il loro appello a Muse tanto inquietanti: progetti di destrutturazione e ricostruzione, accordi discordi, entusiastici fervori d’avanguardie e malinconiche nostalgie, proclami d’impegno e disimpegno, coscienza del vuoto esistenziale nell’«oblio dell’Essere» e più o meno consapevoli neoromanticismi. In quest’antologia, dove trovano spazio anche quei poeti ingiustamente considerati “minori” dalla critica, Silvio Raffo indaga tutte le aritmie del «pensiero poetante», tutte le correspondances e le dissonanze fra le varie tendenze. E lo fa con un’acribia filologica sempre accompagnata da un tono di affabile partecipazione: di poeta prima che di critico, convinto che sia necessaria la sopravvivenza di una poesia “alta”, equivalente a una scienza irrinunciabile di natura carsica, invisibile agli occhi dei poteri mondani eppure essenziale alla vita dell’anima; una poesia che possa ancora difendere nel «fuoco delle controversie» il valore di quella Bellezza che dovrebbe salvare il mondo.
Silvio Raffo
Romanziere, saggista e poeta. Ha tradotto tra gli altri Emily Dickinson, Dorothy Parker, Philip Larkin. Tra le sue raccolte di poesia Lampi della visione (Premio Gozzano 1988), L’equilibrio terrestre (Premio Città di Cariati 1991), Al fantastico abisso (Premio Val di Comino 2012). Tra i romanzi ricordiamo Lo specchio attento (1987), Il lago delle sfingi (1990), Virginio. Le prodigiose avventure di un bambinaio androgino (1997), Giallo matrigna (2011) e La sposa della Morte (2013). La voce della pietra (Elliot, 2018 – già uscito per la prima volta nel 1996) fu tra i finalisti al Premio Strega nel 1997.
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21 6 19 Giampaolo Spinato con il romanzo «La Gaia Meraviglia»

21 giugno 2019 – ore 18.30

Presentazione del romanzo di

Giampaolo Spinato

«La Gaia Meraviglia»

 

seguirà rinfresco – ingresso libero

Giampaolo Spinato

Scrittore, giornalista e drammaturgo pluripremiato, ha fondato “Bartleby – Pratiche della Scrittura e della Lettura” e ha insegnato (e insegna) scrittura creativa presso varie università.

Di seguito il link della sua biografia più estesa:

https://giampaolospinato.it/home/about-giampaolo-spinato/

https://it.wikipedia.org/wiki/Giampaolo_Spinato.

La sua passione per la scrittura scaturisce dal profondo del suo essere e si trasmette a tutti coloro che lo avvicinano. Con lui si impara ad apprezzare il valore e la forza della parola, che sia teatro, che sia romanzo, che sia poesia, che sia parlata o scritta, quando è lo specchio dell’anima dell’autore, attraversa la realtà e la rappresenta.

Il 21 marzo 2019 ha pubblicato il suo ultimo romanzo “La gaia meraviglia”, e a gennaio la nuova edizione di “Il cuore rovesciato” (Mondadori 1999, Premio Selezione Campiello), primo di una serie di cinque romanzi chiamata Telonius. Non   possiamo perderne neppure uno e da lui ascolteremo il perché.

 

LA GAIA MERAVIGLIA

“La mattina del 21 marzo 2045, l’Europa si svegliò sfregiata. Una massa lucida, compatta, di natura incerta aveva sostituito il cuore del Vecchio Continente”. Comincia così l’attesissima Gaia Meraviglia, il romanzo inedito annunciato dieci anni fa da Gaia, nipote dello scrittore scomparso e voce narrante della VitaNuova. …

Ambientato fra Milano e Stoccolma, prefigura un’Europa suddivisa in enclave governate da una Duma che, risolta la minaccia terroristica facendo carta straccia della Carta dei Diritti Umani, si mobilita per fronteggiare la catastrofe imminente. Una rocambolesca corsa contro il tempo che preannuncia l’avvento della nuova era, dove si riabilitano i sensi a destreggiarsi con le maschere nelle deportazioni quotidiane. Ma anche una moderna cognizione del dolore in cui, riunendo il visibile e l’invisibile, il linguaggio torna a smascherare le imposture. E perfino il peggiore degli incubi può rivelarsi una via d’uscita.

 

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15 6 19 Nodi Freudiani presenta «Introduzione all’opera di Françoise Dolto» di Annamaria Spina

15 giugno 2019 – ore 16.30

Presentazione del volume di

Annamaria Spina

«Introduzione all’opera di Françoise Dolto»

Teoria, clinica, etica in psicanalisi infantile

Medico e psicanalista, Françoise Dolto (1908-1988) è stata una delle figure storiche della psicanalisi francese. I suoi contributi sono innovativi sul piano teorico, grazie alla dottrina dell’immagine inconscia del corpo; sul piano sociale, grazie all’esperimento pionieristico della Maison Verte e soprattutto sul piano clinico e etico in quanto l’essenza del suo insegnamento si rivela nel rispetto dell’essere umano allo stato infantile come soggetto di desiderio sin dal concepimento. Dolto è stata una rivoluzionaria del lavoro con la famiglia perché segna, con la sua esperienza, una differenza dal modello anglosassone nell’ambito della psicanalisi infantile: il bambino va accolto insieme ai genitori perché questi sono “i primi a sapere, hanno soltanto bisogno di una conferma autorevole alla loro intuizione”. Questo approccio è rivoluzionario nel senso di una evoluzione nella modalità di ascolto di tutti i componenti della famiglia, qualificandosi come chiave di psicoprofilassi del disagio psico-sociale prima che come strumento di possibile cura.
Nella realtà scientifica e culturale italiana l’acquisizione di tale insegnamento consente a psicanalisti e psicoterapeuti di adottare le sue esperienze e estenderle alla propria pratica clinica, riconoscendole come un vero e proprio modello di formazione. È il modello di Françoise Dolto.

Annamaria Spina è psicologa e psicoterapeuta a Napoli, coordinatrice del Dipartimento Clinico “à Françoise Dolto”, membro di Espressione ONLUS, docente Scuola Esculapio.

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14 6 19 Ada Crippa con «Mena» [annullato evento]


PER IMPEDIMENTI TECNICI, L’EVENTO VIENE ANNULLATO E RIPROPOSTO IN DATA DA CONCORDARE.

14 giugno 2019 – ore 18.30

Presentazione della raccolta poetica di

Ada Crippa

«Mena»

(Kanaga edizioni)

con la partecipazione di

Diana Battaggia, Ileana Izzillo, Cheik Tidiane Gaye

Incursioni musicali di Paolo Provasi

seguirà rinfresco

ingresso libero

***

 

Solo le parole permettono di recuperare il passato, ricostruendolo at-traverso le esperienze della nostra sensibilità, facendo rivivere le emo-zioni e gli stati d’animo che la trama degli eventi, con il riemergere di persone e oggetti, riporta alla nostra mente come schegge di luce a lungo spente nel nostro cuore. E così sgorgano parole sostanziate dal crescere dell’esperienza che riverbera sul nostro vissuto una nuova saggezza.
È quello che avviene in molte delle poesie di Ada Crippa…

[dalla prefazione di Rosa Elisa Giangoia]

Tutta la raccolta sembra correre tracciando un arco di tempo umano, un arco di cerchio esistenziale in cui tanto è stato fatto e detto. Ma non tutto. Infatti la testa si volge progressivamente e senza sconti a guardare avanti con inesausta curiosità.

[dalla postfazione di Ileana Izzillo]

A MIA MADRE

“…nella notte fredda e oscura
c’era un tempo da far paura…”

così si stava ad ascoltar novella:

– con occhi sbarrati e fiati sospesi
quando il tempo serale
taceva di campane
e il cortile dormiva la sua fatica –

attorno alle madri capaci di fabula
e mimo di orchi e fate
di latrati e guaiti
sin’anche nitriti
nella
voce mutante
mentre padri distratti
smazzavano carte all’osteria

s’apriva in noi
una fantastica via
a salire, salire
la vita

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12 6 19 Marilù S. Manzini con «La cura della vergogna»

12 giugno 2019 – ore 18.30

Presentazione del libro di

Marilù S. Manzini

«La cura della vergogna»

Gianfranco Carpine in dialogo con l’autrice.

ingresso libero

***

Marilù S. Manzini è nata a Modena il 27 Marzo 1978 ora vive e lavora a Milano.
Nel 2001 ha pubblicato il primo romanzo dal titolo “BAMBOLA DI CERA” edizioni Pontegobbo, Piacenza.
Nel 2004 ha pubblicato il suo secondo romanzo dal titolo “IO NON CHIEDO PERMESSO” edizioni Salani (gruppo Longanesi), utilizzando per la prima volta lo pseudonimo Marilù S. Manzini.
Nel 2005 ha presentato una trasmissione radiofonica notturna chiamata “VIVA LA NOTTE” per l’emittente modenese Modena Radio City ed ha tenuto una rubrica dal titolo “IO NON CHIEDO PERMESSO” sul settimanale modenese “VIVO”.
Nello stesso anno ha partecipato ad una mostra collettiva per la “GALLERIA DEL BARCON” a Milano ed ha partecipato ad una sua personale, organizzata dal pittore Ezio Cella, al GLOBE di Milano.
Nel 2006 ha pubblicato il suo terzo romanzo dal titolo “ IL QUADERNO NERO DELL’AMORE” edizioni Rizzoli.
Sempre nel 2006 ha pubblicato un racconto nell’antologia “MAI DIRE MAI AD UN MARTINI DRY” edito da Aliberti, antologia a cui hanno partecipato tra gli altri: Valerio Massimo Manfredi, A.G. Pinketts, Giuseppe Pederiali, Leo Turrini e Roberto Barbolini.
Ancora nel 2006 ha curato lo stylist per un gruppo musicale emergente, dal nome “F4”, per conto della casa di produzione Blu Velvet Recording e Pecunia Entertainment.
A partire dal 2006 e fino al 2009 ha curato la rubrica “Oroscopo” di Style (magazine del Corriere della Sera) ed ha scritto articoli per “A”, “Max” e “Ryders”.
Nel 2008 ha pubblicato il suo quarto romanzo “SE SIAMO ANCORA VIVI” edizioni Rizzoli.
Naturalmente in questi anni ha continuato a dipingere provando sempre nuove tecniche e nuovi mezzi espressivi; inoltre ha iniziato anche a fotografare e realizzare installazioni e sculture, anche in questo caso utilizzando i più svariati materiali.
Nel 2008 ha partecipato ad una sua personale presso lo spazio espositivo IL MODULO a Modena.
Nel 2009 ha partecipato ad un concorso fotografico organizzato dall’ Università della Calabria dal titolo “Il giorno della Shoa” e la fotografia che ha presentato si trova attualmente in permanente presso il Museo Ebreo Ferramonti di Tarsia di Cosenza.
Nel 2010 ha partecipato ad una collettiva della FONDAZIONE D’ARS a Milano.
Nel 2011, sempre presso la FONDAZIONE D’ARS, ha partecipato ad una collettiva a Mantova incentrato sulla figura di Chopin.

https://www.marilumanzini.com/bio/

 

La cura della vergogna

Un trentenne blindato nella sua gabbia di solitudine e paure. Un nonno, psichiatra novantenne, che rompe quelle sbarre e lo costringe a uscire allo scoperto con la forza della saggezza, dell’ironia, dell’amore. E di una contagiosa leggerezza. Due vite, due destini a confronto che si intrecciano nei loro sogni e fallimenti, a restituire le diverse tappe di quella formidabile avventura umana che a ciascuno di noi tocca attraversare.

 

sadri