Guido Oldani – «Reiina», inedito per “Il Verso Giusto”

 

REIINA

 

 

reiina, della morte marionetta,

rincontra tutti quelli che ha sepolto,

giunge al destino eterno con un salto.

con quello che risparmia la nazione

in stipendi di guardie a lui rivolte,

si risana l’italia tutta intera,

in una storia simile a un fumetto,

se ciò non fosse una tragedia vera.

 

 

(Inedito Guido Oldani)

18.11.17

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15 12 17 Luca Melzi – «I colori della poesia»

ore 18.30

Presentazione del libro «I colori della poesia – cammino tra poesia ed immagini» di Luca Melzi.

In dialogo con il giornalista Andrea Loddo, accompagnati dal soprano Kaory Saito e dalla pianista Maristella Mellera.

 

ingresso libero

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13 dicembre ore 18,30 Inaugurazione della mostra personale di Domenico Simonini. Lettura di poesie in dialetto sassolese di Emilio Rentocchini, tratte dalla raccolta “Lingua Madre”.

 

Mostra personale Domenico Simonini

LE CHIAVI DI CASA APRONO IL MONDO
Il pittore DOMENICO SIMONINI ed il poeta EMILIO RENTOCCHINI provengono dalle stesse terre emiliane e usano la loro arte per reinterpretare una realtà ricca di valori e tradizioni.
I grandi ariosi quadri di Simonini faranno da preziosa cornice a una lettura di poesie in dialetto sassolese di Rentocchini, tratte dalla raccolta “LINGUA MADRE”.
Ottave 1994 – 2014, Incontri Editrice.
Al contrabbasso PAOLO DEL CARLO e alla fisarmonica CLAUDIO UGHETTI.

Mostra personale di Domenico Simonini
dal 13 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018
Casa delle Arti – Spazio Alda Merini
Via Magolfa 32 Milano
Tel. 0283969921 info@lacasadelleartiste.it
Orari di apertura: lunedì: chiuso
martedì: dalle 10.00 alle 13.00
mercoledì: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 20.00 alle 23.00
giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 17.00 alle 20.00.

CHIUSURA PER FESTIVITA’: dal 23 al 27 dicembre e dal 30 al 3 gennaio
(La Casa è aperta il 28 e il 29 dicembre)
6 gennaio 2018 – Chiuso

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12 12 17 «Un 2×12» Musica/teatro con Martina Fragale e Giordano Dall’Armellina

martedì 12 dicembre 2017 – ore 18.30

Un 2×12

12 racconti e 12 canzoni seguendo i binari del tram 2 a Milano

Consumazione solidale € 8,00.

Prenotazioni via SMS a 335 8480412 indicando nome e 2×12  (no risposta vocale)

Milano sta cambiando. La vita vi pulsa frenetica ma dietro a questo fervore ci sono le esistenze della gente comune, ben evidenziate nei dodici racconti di Martina Fragale, che ci fa entrare nella fragilità e nella complessità dei personaggi più vari che, per una ragione o per l’altra, prendono il tram numero 2. è attraverso quegli “attori” che l’autrice ci descrive la Milano di oggi e di ieri guardando dai finestrini di un tram-teatro, che potremmo chiamare un teatram. Quando finiscono i racconti cominciano le canzoni e qui sta la novità assoluta di questo esperimento narrativo-musicale: infatti le dodici storie e le relative canzoni vanno intese come un tutt’uno nel quale i due generi si completano a vicenda.

Hanno partecipato al cd: Giordano Dall’Armellina (voce e chitarra), Silvia Bozzeda (voce solista), Maurizio Dehò (violino), Giampiero Nitti (organetto diatonico, fisarmonica, flauto e percussioni), Angelo Maffezzoli (flauto), Adriano Sangineto (arpa), Tiziano Menduto (fisarmonica), Gabriele Coltri (flauto e musette), Sandro Bramati (flauto), Danilo Bajocchi (basso, pianoforte e batteria). Inoltre, vi è la partecipazione straordinaria di Claudio Fasoli (sax tenore) in Capolinea, canzone che ricorda lo storico locale di jazz dove aveva suonato, oltre a Fasoli stesso, anche Chet Baker.

I dodici racconti e i testi delle dodici canzoni di Martina Fragale compongono un mosaico bicromatico le cui tessere, pur avendo uno sfondo milanese, hanno un colore universale. Il tram stesso è una metafora della vita che scorre e potrebbe calcare i binari di qualunque città. I riferimenti ai luoghi sono tutti milanesi ed è a Milano che i personaggi devono rispondere con le loro rea-zioni e comportamenti che appartengono però a una umanità ferita e fragile in cui tutti, in vari modi, si possono riconoscere. Abbiamo scelto deliberatamente di scrivere dodici racconti con le relative canzoni poiché nella cultura occidentale (e non solo) il dodici rappresenta l’armonia e la pace. Da qui anche l’idea per il titolo: è un tram ideale e platonico che vorrebbe portare armonia nell’incontro fra musica e parole.

***

Martina Fragale è giornalista e ghostwriter. Come autrice, ha scritto racconti per diverse antologie e nel 2013 ha pubblicato il romanzo Chez Alì (0111 Editore). Da sempre interessata a scoprire e coltivare nuovi sguardi sul paesaggio urbano, è coautrice di Re/Search Milano (una guida alla Milano underground edita da Agenzia X) e collabora con Gianni Biondillo al progetto Sentieri Metropolitani.

Giordano Dall’Armellina (1950), musicista, saggista, ex insegnante di inglese, si occupa di canti narrativi (detti anche ballate) da più di tre decenni. Facilitato dalla conoscenza di 5 lingue, ha potuto condurre ricerche nei più importanti archivi europei per recuperare il nostro patrimonio comune europeo legato al canto popolare. Ha tenuto a tutt’oggi più di 1700 concerti e conferenze, in tutti e cinque i continenti, presso università, centri culturali, istituti di cultura, teatri, conservatori, folk-club e scuole. Ha pubblicato diversi articoli in riviste specializzate e saggi fra i quali Educazione letteraria e nuove tecnologie a cura di Paolo Balboni e in inglese Medieval British Ballads in a European Context. Collabora al momento con «Lineatrad», la rivista on line di folk.

Info sul volume + CD (La Vita Felice, 2017)

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6 12 17 Agnese Coppola con «Strisce pedonali»

ore 18.00

Presentazione del romanzo di Agnese Coppola «Strisce pedonali»; relatrice: Diana Battaggia

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Strisce pedonali è la sovrapposizione di due storie diverse su un fondo cromatico comune. Da una parte c’è Alba, lo spessore lattiginoso del bianco. Ancora bambina promette di non deludere più nessuno e si costruisce intorno un’armatura che è prima di tutto una gabbia. Lentamente si spoglia dei veli che i condizionamenti familiari le hanno cucito addosso fino a emanciparsi e a diventare una donna nuova. Dall’altra c’è Viola, il vuoto del nero tra le strisce pedonali. Incompleta, vive il dolore di un lutto e del sentimento d’amore, volontariamente incastrata in un rapporto sterile da cui non può scappare. Un giorno, nella grigia Milano, le due si incontrano e la vita dell’una si sporca del colore dell’altra, preannunciandosi e annunciandosi, passo dopo passo. Agnese Coppola, con uno stile avvolgente e introspettivo, confida al lettore la storia di due donne in continua lotta con i mostri del passato, con se stesse e con il mondo. Il romanzo di un’emancipazione dal male.

Agnese Coppola è nata a Nola (Na) nel 1979. Dal 2006 insegna in provincia di Milano dove organizza eventi nei quali fonde impegno civile e arte come in Non uno di meno, Lampedusa, Il doppio e NaviglioInVersi. Ha pubblicato raccolte poetiche tra cui Nella terra di mezzo e Ho sciolto i capelli.

 

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3 12 17 Claudio Demurtas con «Chiaro di Venere»

ore 18.00

Presentazione del romanzo «Chiaro di Venere» di Claudio Demurtas; relatore Gianfranco Carpine.

Ingresso libero

 

Dall’atroce massacro nella piana delle Giare in Vietnam nel 1963, alla drammatica fine di Salvador Allende dieci anni più tardi a opera di Pinochet, si dipana il filo della storia di Federico, una matricola universitaria di nome e di fatto che, sullo sfondo del suo amore tormentato per Luisella, confessa tutte le sue défaillances sentimentali, politiche, sociali e religiose, ambientate in una Sardegna onirica, ma non per questo meno vera, che cela sotto nomi di fantasia paesaggi di Cagliari, Carbonia, Ilbono e della mitica Arbatax dalle rocce rosse.

E questa matricola, disarmante e disarmata, cui non basta il papiro per affrancarsi dai luoghi comuni miserelli frutto per lo più di pertinace mancanza d’informazioni e di letture – all’inizio dell’anabasi la sua visione del mondo e delle cose era quasi tutta contenuta nelle cronache di calcio del <<Corriere delle Sport>> – capace però di critica e di autocritica, riuscirà spandendo sudore e sofferenza a trovare se stesso, il mondo e gli altri e la vita e l’amore attraverso vicende velate, a volte, da semplice ironia, a volte da umorismo o sberleffo amaro tout court, o camuffato talora da angoscia esistenziale vera e propria e maschera tragica.

Note sull’autore:

Claudio Demurtas nasce nel 1942 a Mores in provincia di Sassari. I primi anni del dopoguerra li trascorre tra Ilbono presso i nonni paterni, Palermo dove vivono i nonni materni e Carbonia dove il padre si trasferisce per lavoro. Viene quindi a contatto con persone, lingua, ambienti diversi e talvolta incapaci di comunicare tra loro. Queste culture così lontane e portatrici di diversi valori sono fondamentali nella sua formazione e nella sua attività di scrittore. Infatti, la mancanza di un’identità legata a un territorio storicamente definito suscita in lui un’angoscia esistenziale che è la molla principale per la scrittura e nello stesso tempo gli permette di superare i limiti imposti dall’ambiente mettendo ali all’immaginario.

Trasferitosi a Cagliari, consegue la maturità classica e si iscrive alla facoltà di giurisprudenza più per tradizione di famiglia che per vera attitudine agli studi giuridici. Dopo la laurea, conseguita nel 1967, accetta l’incarico di assistente volontario del professore di Istituzioni di Diritto Romano che ha apprezzato la sua tesi, ma poi passa all’insegnamento nella scuola media, attirato com’è dalle problematiche giovanili che ha già avuto modo di conoscere durante gli studi universitari. Insegna quindi Diritto ed Economia Politica per più di 40 anni senza rimpianti e ripensamenti, avendo sempre come modello la scuola di Barbiana di don Milani. Inizia giovanissimo a scrivere poesie e testi per canzoni, e si avvicina al romanzo quasi per caso.

Quattro i romanzi che ha scritto: Chiaro di Venere, Via dei Misteri Gloriosi, pubblicato da Todariana di Milano e che ha vinto il premio letterario Città di Atella nel 1989 con un giuria presieduta da Domenico Rea (poi completamente rielaborato e diventato L’altra metà del cielo), La mariposa, pubblicato da Cocco di Cagliari, e Uno sconosciuto amore. Attualmente sta lavorando al quinto romanzo.

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2 12 17 LA PAROLA COME SECONDA PELLE – reading performativo

 

nell’ambito della rassegna “L’indifferenza dei buoni.- Oltre la violenza

2 dicembre 2017 – ore 18.45

reading poetico performativo “LA PAROLA COME SECONDA PELLE”

ideato da Agnese Coppola, con la partecipazione degli studenti dell’IIS Alessandrini di Abbiategrasso e dei poeti “Naviglio in versi”: Emanuele Ambrogi, Rossana Bacchella, Agnese Coppola, Susan Moore, Savina Speranza

e con

Mariateresa Bocca, Lidia Campagnano, Claudia Camgemi, Giulia Catricalà, Giovanna Cimino, Ada Crippa, Anna Mosca, Erica Ragalin, Izabella Teresa Kostla, Gabriella Tomasino, Christian Troiano, Annalisa Vaghi

Attrice: Elisabetta Ubezio

Intermezzi musicali: Gioachino Lanotte

 

***
Quando la pelle viene violata e ferita, la parola diventa strumento di sutura. Superare il silenzio è il primo passo coraggioso per creare nuove condizioni di vita. Così come Alda Merini ha scelto la parola poetica per dare un senso alla propria esistenza dopo le offese ricevute, i poeti sapranno promuovere un messaggio di denuncia e di speranza sensibilizzando gli ascoltatori sul tema della violenza in ogni sua accezione.

La partecipazione di studenti è particolarmente importante in quanto la proposta sul tema investe la popolazione giovane, il nostro seme nel futuro. Molto apprezzabile e proficuo l’impegno con cui la prof.ssa Coppola, ormai da tempo, coinvolge i suoi studenti su temi sociali: ricordiamo il progetto LILITH 2.0 che è stato rappresentato in Casa Merini durante la precedente rassegna sul tema della violenza “Voci dal silenzio – La resilienza delle donne” nel maggio 2017, nonché la performance recitativa in occasione dell’ottavo anniversario della morte di Merini che verrà portata in scena il 1 novembre 2017, sempre a Casa Merini.

 

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2 12 17 SECONDA PELLE – esposizione collettiva di arti visive

Nell’ambito della rassegna “L’indifferenza dei buoni – Oltre la violenza

2 dicembre 2017 ore 18.00

Inaugurazione della mostra collettiva di arti visive  “SECONDA PELLE”

In quanti modi si può interpretare un tema? Sono infiniti gli stili, le tecniche, le idee che possono nascere e svilupparsi da una parola, da un input.
Avremo modo di verificarlo una volta di più durante questa collettiva di arti visive, nata intorno alla parola PELLE, attraverso dipinti, fotografie, sculture, installazioni, performance.
La pelle non è solo involucro che racchiude e separa (un corpo o qualsiasi altro essere vivente), ma è anche luogo privilegiato e fragile in cui le emozioni e la comunicazione si manifestano, interagendo con il mondo esterno.
Il critico di fotografia e poeta Enrico Prada dice così nell’introduzione al catalogo della prima edizione di PELLE:

“ Pelle. Sostantivo femminile. In senso generico: organo di rivestimento esterno del corpo dell’uomo o degli animali. Ma pelle non è solo involucro o scafandro per muscoli e ossa. Pelle è anche luogo e strumento.

Pelle è strumento del tatto, il senso, tra i cinque, che dispensa sensazioni che hanno doppio movimento: in uscita (io tocco), in entrata (io sono toccato). Accarezzo, sono accarezzato.
Pelle è strumento di esperienza e conoscenza: l’ho vissuto sulla mia pelle, recita il vocabolario. O strumento di istinto: non so spiegarlo, ma quella persona, a pelle, mi piace/non mi piace.

Pelle è maestra: ci insegna il caldo, il freddo, in tutte le loro sfumature di tepore o gelo.

Pelle è luogo emotivo. Nel piacere: quella musica mi ha fatto venire la pelle d’oca o nell’orrore: una scena da far accapponare la pelle.

Pelle è luogo di colori. Arrossisce per timidezza, imbarazzo, collera. Imbrunisce con il sole, arando i campi o pescando in mare. Sbianca di paura o malattia; si fa cianotica per asfissia o congelamento; a tempo scaduto prende il pallore mortale della fine.

Pelle è luogo di piacere: canta e freme sotto carezze e abbracci. O al contatto di labbra dischiuse.

Pelle è luogo di discordia. Lo sanno i nativi d’America, che gli Yankees chiamavano pellerossa. Basta che la pelle sia olivastra o nera o gialla o bianca per scatenare odio,  violenza e diventare luogo di martirio: ferite, torture, mutilazioni infami.
Pelle è luogo della Memoria. Quella ancestrale e atavica di quando, immersi nell’acqua, ritroviamo il piacere di essere stati pesci o feti. Quella quotidiana, quando le nostre rughe ci ricordano le nostre fatiche o i dispiaceri.

Pelle è un libro, cronaca del Tempo che scrive il nostro corpo: incanutisce i capelli, riempie di macchie mani e braccia, lascia cadere i seni e affloscia i muscoli.

Anche la Terra è Pelle. Con i suoi campi, erbe, monti, acque, sentieri e strade. Pelle che calpestiamo o navighiamo tutti i giorni.

Pelle. Sostantivo femminile. In senso generico: organo di rivestimento esterno del corpo dell’uomo o degli animali. Ma pelle non è solo involucro o scafandro per muscoli e ossa. Pelle è anche ciò di cui è rivestita la nostra anima.”
Gli Artisti che hanno accettato di interpretare questo tema sono:

– ANDROS

– NICOLETTA CANDIANI

– CRISTINA DI NAPOLI

– EVUZ ART
– GIUSE IANNELLO

– LORENZO LUCATELLI

– IOLE OLIVA

– NICOLA PALERMO

– AGOSTINA PALLONE
– PIERANGELO RUSSO

– CONSUELO SALA
– ELISABETTA ERICA TAGLIABUE

– PAOLO VECCHI

Il vernissage aprirà con la performance teatrale “LA PELLE DI ALDA” ideata da Giuse Iannello per la regia di VALERIO INCERTO e la partecipazione degli attori Elisabetta Ubezio e Pietro Temporin.
Si tratta di “un’intervista impossibile” alla poetessa Alda Merini, icona di resilienza umana e femminile sottoposta a ogni sorta di violenza e prevaricazione, risponderà con le parole contenute nelle sue poesie a domande relative al tema pelle.

Vernissage della mostra di arti visive “Seconda pelle”: sabato 2 Dicembre 2018- ore 18,00

La mostra sarà visitabile fino a sabato 9 dicembre- ore 20,00 con i seguenti orari:

lunedì: chiuso
martedì: dalle 10.00 alle 13.00
mercoledì: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 20.00 alle 23.00
giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 17.00 alle 20.00.

 

 

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