3 3 18 Franco Visentin: Donna o danno? spettacolo musicale

3 marzo 2018 – ore 20.30

Donna o danno? – Spettacolo musicale con Franco Visentin

cabarettista e chansonnier del Derby Club, insignito del Premio alla carriera “Luciano Beretta”.

Contributo all’ingresso € 10,00.

Prenotazioni a info@lacasadelleartiste.it

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Programma marzo 2018 – il mese della donna

NB. venerdì 9 marzo ore 17,15 VIAGGIO NEL MONDO DI ALDA MERINI -per eventuali ulteriori adesioni contattare Ave Comin cell 3481022374

Marzo 18  ore INIZIATIVA
1-11 Prosegue la mostra Quo vadis? La Milano di Mario Corrieri
3 20.30 Donna o danno? – Spettacolo musicale con Franco Visentin, cabarettista e chansonnier del Derby Club, insignito del Premio alla carriera “Luciano Beretta”. Contributo all’ingresso € 10,00. Prenotazioni a info@lacasadelleartiste.it
7 20.00 Nell’ambito de Il Giardino della Poesia, Invito con Gioco. Ospite Giovanna Cimino. Consumazione solidale € 8,00
8 16.30 In scena per raccontarsi – L’associazione “ParaTodos”, con patrocinio di Ass.ne “Baobab Onlus”, presenta un gruppo di donne di origine straniera – Ecuador, Cile, Argentina – e non, in un percorso di teatro-terapia che si chiuderà con una performance scenica.
19.00 Marzia Schenetti canta Le sei regine della musica italiana. Seguirà Aperimimosa € 8,00. Prenotazioni a info@lacasadelleartiste.it
10 18.00 Poesia: presentazione del libro Indifesi di Mara Zilio e Fabio Fusi; All’infinito e torno indietro di Manola Gini; Se perdi il filo segui il cuore di Giuseppe Gaudino. Partecipa il maestro Lorenzo Maria Bottari; relatori: Gianluca Regondi e Nunzio Buono.
13 18.30 Vernissage della mostra Serena Magrì – Psiche e/è Arte. L’esposizione terminerà il 25 marzo.
17 16.30 2° appuntamento 2018 del seminario promosso da Nodi Freudiani Movimento Psicoanalitico di Milano: Esilio e verità nell’Edipo re di Stravinskij. Ingresso libero
21.00 Mimmo Cavallo ricorda Mia Martini – Live acoustic duo; Mimmo Cavallo: voce, chitarra acustica; Egidio Maggio: chitarra acustica. Contributo all’ingresso € 10,00. Prenotazioni a info@lacasadelleartiste.it
21 18.30 Conferenza stampa per annuncio e lancio della 2^ edizione del Premio di Poesia “Casa Museo Alda Merini”
21.00 Il mondo delle donne di Alda – testimonianze al femminile sulla figura della Poetessa, con la partecipazione di Silvia Muciaccia, Jo Squillo, Luisella Veroli, Marina Bignotti, Marina Ceratti Grittini, Anna Santinelli e la cantautrice Patrizia Cirulli. Letture di Domitilla Colombo.
23 18.30 Nell’ambito della mostra Serena Magrì – Psiche e/è Arte, incontro dibattito Amore, transfert, guarigione, dalle lettere di Alda Merini al dott. G.
24 21.00 Sanremo d’Autore: presentazione del nuovo disco della cantante e interprete Patrizia Cirulli. Dodici brani arrivati ultimi, penultimi o non arrivati in finale in altrettante edizioni del Festival di Sanremo e reinterpretati dalla cantautrice. Alla chitarra Simone Pavia. Contributo all’ingresso € 10,00. Prenotazioni a info@lacasadelleartiste.it

 

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27 2 18 «Quo vadis?» La Milano di Mario Corrieri – esposizione e vernisssage

 

27 febbraio 2018 – ore 18.30

Inaugurazione dell’esposizione pittorica

QUO VADIS?  La Milano di Mario Corrieri

La mostra sarà visitabile fino al 11 marzo 2018

 

https://www.corrierimario.com/

Mario Corrieri nasce a Messina nel 1949. Dopo gli studi superiori al Conservatorio di Milano si dedica per molti anni all’attività musicale. Scopre nella sua giovinezza la passione per la pittura e approda quindi definitivamente alla professione di pittore. Vive e lavora a Milano ma si afferma su tutto il territorio nazionale con la realizzazione di paesaggi di campagna e paesaggi urbani. La campagna ritratta da Mario Corrieri è quella lombarda, sia nell’esplosione di vita primaverile (papaveri, girasoli, distese di lavanda) sia focalizzata nei luoghi dove le risaie, i ruscelli e la vegetazione rigogliosa sono protagonisti. Con il trasferimento in città prendono vita anche i paesaggi urbani, che risentono della passione di Mario Corrieri per la fotografia. Questo ulteriore talento spinge il il pittore a soffermarsi sulle vedute periferiche, sugli scorci illuminati da lampioni o colorati dalla luce crepuscolare della Milano più interessante che Mario Corrieri riporta poi nei suoi quadri. La tecnica di entrambi i paesaggi è olio su tela, così come l’utilizzo di tinte forti e il realismo delle vedute, esaltati in tutta la produzione artistica dell’autore. Hanno scritto di lui: Duccio Trombadori, Giorgio Seveso, Vittore Castiglioni, Mario Micozzi, Gianfranco Ravasi, Giuliana Scimè.

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24 2 18 Andrea Marchesi con «L’autenticità dei santi»

24 2 18 ore 18.30

Presentazione della raccolta poetica «L’autenticità dei santi» (Manni Editori) di Andrea Marchesi

Interventi di Alessandra Paganardi e Luigi Cannillo

 

La poesia di Andrea Marchesi riesce pienamente nell’intento di dire la realtà senza sconti, mantenendosi fedele alla graffiante originalità che ne costituisce la cifra. Prendendo le distanze da ogni tipo di retorica, persino da quella del realismo (che rischierebbe di cadere in un’ingenua descrizione), Marchesi realizza un espressionismo poetico crudo, dove l’ascesa alle montagne bergamasche diventa ascesi non più salvifica e dove lo scavo nel verso, simboleggiato dal paesaggio desolato di una cava, si fa “pace di una parola incoglibile”, ai limiti di una dolorosa afasia. Il linguaggio che ne deriva è particolarissimo: colto e raffinato, percorso da riferimenti spesso antifrastici alla tradizione novecentesca (in particolare a Montale), ma anche concreto, ricco di hapax e vertiginosamente metaforico. La protesta contro una realtà assurdamente ingiusta vibra con forza in versi che, pur taglienti ed estremamente densi, esondano dal rigo: manifestazione vitale di una poesia che non si nasconde e fugge sempre dai rischi di facili sottrazioni minimalistiche, alla ricerca di una nuova, lucida autenticità.

Alessandra Paganardi

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23 2 18 “PennaLive” spettacolo di scrittura dal vivo di Marirosa Barbieri

23 2 18 ore 18.00

“PennaLive” spettacolo di scrittura dal vivo di Marirosa Barbieri

Musiche di Raffaele Rubino

 

PennaLive è uno spettacolo di scrittura dal vivo.

Il pubblico viene coinvolto nella performance e sceglie un tema su cui, in massimo 5 minuti, la scrittrice Mari Rosa Barbieri sviluppa dal vivo un componimento (racconto o poesia) con videoproiezione in diretta del testo.

Segue il recital del componimento e reading di brani da lei scritti. Il tutto è accompagnato da un’accurata selezione musicale dal vivo (chitarra e voce del cantautore Raffaele Rubino).


Marirosa Barbieri si racconta:

 

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L’Osservatore Romano 31 1 18: A dieci anni dalla pubblicazione del «Francesco» di Alda Merini

fotografia di Salvatore Contessini (2005)

 

Articolo di Felice Accrocca pubblicato su L’osservatore Romano il 31 gennaio 18

L’uomo  che si fece preghiera

· A dieci anni dalla pubblicazione del «Francesco» di Alda Merini ·

31 gennaio 2018

Nel breve testo in prosa che in Francesco. Canto di una creatura (2007) precede lo sgorgare dei versi, Alda Merini afferma che «la nostra anima è triste, fino alla morte, perché l’uomo ha paura, ha paura di credere». Non è tuttavia questa l’unica paura da cui gli uomini si lasciano troppo spesso risucchiare, perché anche la paura di sbagliare, e quindi di sottomettersi all’altrui giudizio, tante volte li avvolge fin quasi a soffocarli.

È interessante, a questo proposito, rileggere quanto la poetessa confidò a pochi mesi dall’uscita del libro a Francesco Nati in un’intervista del 5 gennaio 2008, ormai dieci anni fa. Secondo Merini «forse, né Manganelli né Quasimodo né Sereni, forse nemmeno Turoldo», avevano «sentito il profumo della provvidenza divina, del Grande Maestro. Avevano paura di sbagliare, anche a parlare, rinunciando a questo svestirsi generale di tutti gli orpelli, per apparire nudi e perfetti come Dio ci ha fatto. Perché coprirci di mantelli? Siamo la più bella fattura divina. Una fattura che non smetteremo mai di pagare».
Francesco no! Si era ormai svestito, lui, di ogni cosa che potesse ornare l’uomo vecchio e nella sua nudità mostrava la bellezza della gloria divina. Ancora in quella intervista — alla domanda di Nati, «Cosa vede in san Francesco?» — Merini affermava di cogliere nell’esperienza cristiana del fratello di Assisi la bellezza della «rinuncia totale alle cure degli uomini e soprattutto la bellezza delle piccole cose, la scoperta quotidiana della vita, il fatto di sentirsi vivi anche dopo essere stati martirizzati, violentati, e ancora sorridenti, ancora a chiedersi il perché malgrado tutto si è felici».
Una lettura che finiva chiaramente per incrociarsi con il percorso biografico della poetessa, rinata più volte dalle macerie dopo ripetute cadute che l’avevano condotta a lunghi periodi d’internamento in diversi ospedali psichiatrici.
Francesco è un monologo poetico nel quale Alda Merini offre la sua comprensione del santo di Assisi. A parlare è l’uomo di Dio, in una successione che non ha una sua — almeno apparente — coerenza interna: si tratta piuttosto di una successione di istanti, di alta validità stilistica, nei quali compare lo stesso intreccio tra due vicende, quella di Francesco, appunto, e quella di Alda Merini.
Il giovane uomo di Assisi, ricco e — in fondo — viziato, non fu compreso dai genitori, dal padre soprattutto, che avrebbe voluto indirizzare a suo modo il percorso del figlio; Alda da par suo, dopo le scuole di avviamento al lavoro, dovette interrompere gli studi per ragioni familiari, fatto questo che produsse uno strappo difficilmente ricucibile nella sua psicologia; nell’un caso come nell’altro la vicenda familiare — anche se per motivi diversi — ha condizionato l’esistenza di entrambi.
Credo permangano perciò tracce autobiografiche nei non pochi versi (qui ne stralcio solo alcuni) che Merini dedica al controverso rapporto di Francesco con il padre, nel tentativo di comprendere le ragioni di un amore paterno incapace di comprendere le durezze — perché, alla fin fine, poterono risultare tali — di un figlio verso il padre.
«Mio padre, che ho tanto amato / era vestito di pura menzogna. / E si rallegrava soltanto / quando io godevo di quei beni / per dar da mangiare ai miei vizi». «Ma come posso capire un padre / che nella carne di un figlio / ha visto il proprio avvenire?». «Come l’ho deluso / come ha pianto per me / e io piango con ser Bernardone / tutto ciò che insieme abbiamo lasciato / i nostri vicendevoli inganni». «Ma è giusto, Signore / dimenticare / chi a modo suo ci ha amati / ricoprendoci di denaro / e di vesti sontuose? / È la miseria di un genitore / che non capisce / che un figlio appartiene a Dio. / Ma un uomo come mio padre / che aveva paura della morte / come poteva capire? / Il denaro è una scusa / per difendersi dalla morte / è una maschera sotto cui l’uomo si nasconde / per non far vedere che è un angelo / un angelo triste e tribolato. / Io volevo essere nudo / volevo essere solo anima».
E ancora: «Quanti errori commettono i padri / rivestendo di gemme i figli / che vogliono la povertà e il lavoro / e la dimestichezza con Dio».
Il santo, spogliatosi di ogni cosa e spogliato di ogni cosa, diviene così l’amico di Dio, seguendo le orme di Colui che era fin da principio, il quale disse e tutte le cose furon fatte, e che scelse di spogliarsi e di essere spogliato di ogni cosa per ricondurre l’uomo alla sublimità della propria vocazione. Fatto amico di Dio, Francesco è capace perciò di vedere uomini e cose con gli occhi di Dio. «Ciò che l’uomo trova inutile / le cose più piccole, i più insignificanti silenzi / Dio li trova estremamente preziosi. / Perciò salverò ogni filo d’erba, perciò le creature dimenticate / diventeranno le mie creature: / gli emarginati, gli storpi / coloro che l’uomo / non vuol ricevere nel suo cuore / ma che la morte abbraccia / questa sorella che io amo sopra ogni cosa».
Immerso nel mistero, non era tanto un uomo che pregava — disse di Francesco Tommaso da Celano — quanto fatto egli stesso preghiera (non tam orans quam oratio factus). Una preghiera che, secondo Merini, «non è nulla: / è una tomba che va devastata / devastata fino allo spasimo / per tirar fuori l’unico Verbo / la vera parola di Dio».
Quella Parola che sola può dire la verità di tutte le cose, che sola è capace di fare di tutte le creature un unico sinfonico inno in lode di Dio e rende l’uomo pazzo del suo Signore: «E io sono folle, / folle come te, Signore / folle d’amore…». «Io sono diventato / il ponte buttato tra la tua nascita / e la tua risurrezione. / Camminate sopra di me / calpestate Francesco / per arrivare fino al Calvario». La persona del Santo, la sua umanità, diviene così quasi personificazione dell’esistenza del Figlio di Dio, in una cristomimesi che nella esistenza dell’uno riflette e rilegge quella dell’Altro.
E poi c’è Chiara, «che avrebbe potuto essere / la palestra del mio amore, / ed è invece diventata / la musa ispiratrice / del sogno di Dio». Sempre nell’intervista concessa a Francesco Nati, Merini disse che quello per Chiara «è stato un grande amore di Francesco, come quello di Giuseppe per la Madonna, il custode di un cuore. Tutti e due hanno custodito il cuore della donna. È stato magnifico, non hanno protetto la carne della donna, ma il cuore, quel cuore che a tante donne è stato strappato con la violenza». Anche qui, quale straordinario intreccio biografico! «O donna angelicata e sublime, / come non diventerò un grande poeta / cantando le tue sublimi stanchezze?». «Noi siamo due torce d’amore per Dio, / ma abbiamo scoperto, divina compagna, / che se il nostro corpo / è una prigione con mille sbarre, / dopo si allarga la valanga del cielo».

È un Francesco, quello di Alda Merini, capace di trasmettere l’inquietudine della fede e per questo mi sento di riproporlo oggi. Perché solo una fede inquieta, diceva il cardinale Carlo Maria Martini, può essere una fede pensante.

di Felice Accrocca

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22 2 18 Capolavori nel mondo: CABILIA (Algeria) – La poesia dell’esilio: l’attualità di Si Mohand

 

Ore 18.00 Nell’ambito della rassegna “Capolavori nel mondo”,

CABILIA (ALGERIA). La poesia dell’esilio: l’attualità di Si Mohand.

con Vermondo Brugnatelli, Rabah Djennadi

e Baya Ferrah, a cura di Associazione Culturale Berbera

 

Si Mohand ou-Mhand (1849-1905) è un grande poeta classico di lingua berbera. Le sue poesie giovanili ebbero come argomento privilegiato l’amore, ma quello che lo ha reso particolarmente amato dai conterranei è il tema dell’esilio e della perdita dei valori tradizionali in seguito al sovvertimento provocato dal colonialismo europeo. L’opera di Si Mohand sarà presentata da Vermondo Brugnatelli, che ne ha curato la prima traduzione in italiano, con letture in lingua originale, immagini e canti moderni che dalle poesie hanno tratto spunto.

L’incontro, a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili, è il secondo appuntamento del ciclo:
Capolavori dal Mondo
incontri letterari nei 9 municipi di Milano
Progetto promosso dall’Ufficio Reti e Cooperazione Culturale del Comune di Milano, in collaborazione con il Forum della Città Mondo e con il Sistema Bibliotecario di Milano.

Vedi il programma generale degli eventi alla pagina:
https://milano.biblioteche.it/eventi/capolavori-dal-mondo/

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21 2 18 L’autismo non è una malattia!

In occasione della GIORNATA MONDIALE DELLA SINDROME DI ASPERGER

Mercoledì 21 febbraio 2018 – ore 18.30

 

L’AUTISMO NON È UNA MALATTIA

Presentazione del libro «Miaooo! La mia vita a quattro… ops… due zampe – Autobiografia di una ragazza autistica ad alto funzionamento» di Cristina Balzaretti e Thi Dung Giada Barzaghi (ed La Vita Felice, 2015)

Non esiste al momento attuale una pubblicazione di questo genere.
È un libro unico perché è la prima volta che una ragazzina di tredici anni, autistica ad alto funzionamento, scrive una autobiografia, dedicata soprattutto ai bambini e ai ragazzi per conoscere meglio questo particolare modo di percepire, essere e stare nella realtà e nel mondo.

Saranno presenti le autrici:

Cristina Balzaretti, insegnante e pedagogista ANPE, esperta in pedagogia dell’inclusione e delle marginalità;

Thi Dung Giada Barzaghi;

Cristina De Faveri, mamma di Giada;

Simona Ravera, psicologa e psicoterapeuta, esperta di autismo.

 

Il 18 Febbraio ricorre l’anniversario della nascita di Hans Asperger, medico austriaco che per primo osservò delle caratteristiche comuni in alcuni bambini. Oggi dopo 110 anni queste caratteristiche prendono il nome di Sindrome di Asperger e quei bambini, sono bambini o persone asperger. La Sindrome di Asperger è oggi inquadrata nei disturbi dello spettro autistico – “spettro” in quanto ha infinite sfumature e si manifesta in modi (o funzionamenti) molto differenti tra loro.

 

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15 2 18 «La Corazza di Ettore» di Guido Lopardo

ore 18.30 presentazione del libro di poesie La corazza di Ettore di Guido Lopardo. Con la partecipazione di Hado Lyria; letture di Ottavio Tonti; accompagnamento musicale di Cosimo Lopardo.

“La Corazza di Ettore”
Poesie che parlano del tempo di un uomo. Concepite come finestre attraverso le quali guardare la vita oltre la patina di un percorso ormai concluso, hanno preso la foggia di vasi contenenti distillati delle vicende del proprio vissuto. La Corazza di Ettore è la metafora potente che coglie l’essere umano nell’attimo della consapevolezza, quello in cui con vigore si riappropria di se stesso: quell’io più autentico troppe volte dimenticato o rinnegato, corazza di cuoio che avvolge e non isola, protegge e trasuda. Le parole diventano viaggio e il viaggio si dipana in momenti focali: il confronto schietto con se stesso, il confronto senza filtri con l’amore e il confronto senza sconti con l’indifferenza corale.

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